Si è svolta sabato 26 maggio in Piazza Pia e non in Piazza Garibaldi, come inizialmente previsto, l’incontro pubblico sulla sanità promosso da Rifondazione Comunista di Anzio. All’incontro, che ha visto la partecipazione di numerosi cittadini e ha attratto l’attenzione dei passanti, hanno partecipato Umberto Spallotta , candidato sindaco per Rifondazione di Anzio, Giorgio DeMurtas, operatore della Asl di Viterbo ed esperto di Sanità pubblica e Maria Failla docente universitaria e rappresentante della Associazione Alzaia per la tutela delle donne, nonché candidata con Rifondazione comunista alle comunali di Anzio.
L’incontro è servito a ribadire la necessità di rovesciare le politiche dei tagli alla sanità portate avanti dai governi nazionali e regionali di ogni colore e che stanno facendo regredire il nostro livello di civiltà. Secondo DeMurtas: “ Con l’avanzare della crisi economica e i processi dovuti alle politiche neoliberiste assistiamo ad un progressivo deterioramento sociale a danno dei soggetti più deboli: i precari, i disoccupati, i lavoratori poveri, i pensionati e le donne. Sempre più queste fasce di persone rinunciano alle cure perché troppo costose, dato che i tagli alla sanità colpiscono soprattutto chi non ha risorse per curarsi privatamente”. Continua DeMurtas: “Vi è una natura di classe in questa devastazione scientifica di presidi sanitari, coperta da continue aperture di Case della salute, le quali non sono altro che scatole vuote che non possono sostituire i poliambulatori chiusi a decine. Bisogna rilanciare la sanità pubblica superandone i limiti e ripensando tutti i servizi alla persona, che ne tutelino l’integrità fino alla vecchiaia. Per questo bisogna investire nel settore e non drenare risorse a favore di strutture private a al sistema delle false cooperative che si arricchiscono alle spalle del bene comune”.
Tra i soggetti colpiti dai tagli vi sono in larga parte le donne, le quali scontano anche le continue vessazioni delle violenze di genere. Secondo Maria Failla: ”Le strutture sanitarie pubbliche devono prevedere presidi fissi ed efficienti che tutelino le donne da quello che è un vero fenomeno di imbarbarimento e regressione primitiva: la violenza di genere. Ci sono convenzioni internazionali da rispettare come quella di Istanbul, e la stessa Costituzione, ma in Italia e nel Lazio si chiudono i centri antiviolenza e le case rifugio, lasciando sempre più le donne sole di fronte ai loro aguzzini”.
[sg_popup id=”3″ event=”onload”][/sg_popup]Questi ultimi, continua Failla: “ Non sono quasi mai immigrati ma in gran parte italiani e giovani: mariti, fidanzati o conviventi delle loro vittime che dicevano di amare. Si tratta di un fenomeno sociale che ha radici sociali e culturali complesse e profonde che va affrontato a monte con l’educazione delle giovani generazioni, e a valle assicurando gli aguzzini alla giustizia, proteggendo le donne con adeguate strutture mediche e istituzionali, lottando contro ogni forma di violenza o sopruso di genere presente nel senso comune e nelle pratiche sociali”. Su questa stessa linea si è dichiarata la candidata di Rifondazione comunista Daniela Cofini che ha rivendicato le proprie battaglie sul territorio per rendere consapevoli le donne, anche giovanissime, dell’inumanità della violenza di genere che spesso le colpisce senza che se ne rendano conto. L’istituzione del Codice rosa presso il pronto soccorso di Anzio e un centro antiviolenza sarà un impegno suo e di Rifondazione nei prossimi mesi ad Anzio.
Il Candidato Sindaco Spallotta ha affermato che l’impegno del Comune: “ Deve essere innanzi tutto quello di tutelare la salute dei propri cittadini. De Angelis e Bruschini hanno fatto poco o nulla in questi anni per contrastare la chiusura di interi reparti degli Ospedali Riuniti o la cessazione di importanti servizi ambulatoriali. Dobbiamo fare in modo non solo che non chiudano altri reparti, ma che si potenzi sempre di più il servizio sanitario sul territorio. Non si può costringere decine di migliaia di cittadini a compiere viaggi lunghissimi per curarsi, o aspettare mesi o addirittura anni per una visita. La sanità deve essere un impegno prioritario e il comune deve fare in modo che nessuna persona sul suo territorio rimanga senza cure mediche”.