di Menuccia Nardi
Vi è mai capitato durante una conversazione via WhatsApp (di quelle in cui si fa un po’ di pettegolezzo) di scrivere un commento su una persona e – complice il sole sullo schermo – di inviarlo per sbaglio alla diretta interessata? O di inciampare proprio il giorno del colloquio di lavoro, cadendo rovinosamente e presentandovi con un finto strappo alla moda sui pantaloni? O di parlare di diete e di quel chilo in più che proprio non riuscite a perdere davanti a persone in evidente e grave sovrappeso? O ancora di fare la battuta spiritosa assolutamente fuori luogo nel luogo sbagliato alla persona sbagliata? Diciamo che questi brividi io li ho provati tutti (e l’elenco – ahimè – potrebbe continuare), tanto che a questo punto sono arrivata alla conclusione di essere a mia insaputa una collezionista di brutte figure (ma forse non è questa l’espressione corretta…).
In fondo potrebbe essere considerato un hobby come un altro: c’è chi colleziona monete, chi vini pregiati, chi fa collezione di figurine… io invece le figure le faccio e ne incasello così tante una dietro l’altra che nella mia testa ormai le colleziono (queste è di dieci anni fa, annata memorabile! Questa è dell’estate scorsa, rimarrà nella storia!). L’unica differenza tra me e un collezionista tradizionale è l’inconsapevolezza: io gli oggetti (o i soggetti, dipende dai ca[sg_popup id=”3″ event=”onload”][/sg_popup]si) della mia collezione non li cerco, non li compro (e almeno in questo il vantaggio economico è notevole!), non sono oggetto di alcun baratto e quel che è peggio – o meglio, dipende dai punti di vista – è che collezionarli non mi richiede alcun sforzo, vengono a me da sé, come attratti dal canto di una sirena (e neanche particolarmente intonata, se vogliamo dirla tutta).
Ora, non so quanto questa mia passione incontrollata (e che mi propongo puntualmente di abbandonare quanto prima) sia comune ad altri esseri umani, diciamo che ogni tanto mi consolo rivedendo in dvd “Il diario di Bridget Jones” e ridendoci su penso che in fondo potrei non essere la sola…