Anzio, continuano ad addensarsi le ombre sulla questione Porto. Dalla Regione Lazio, dove è partito l’iter per il ritiro della concessione e la richiesta di restituzione di 194mila euro per il dragaggio, tutto tace. La Capo D’Anzio si appresta a chiudere in negativo il bilancio ed inoltre se la concessione verrà ritirata senza che il porto sia costruito, dovrà pagare 4 milioni di euro di debiti. Una situazione precaria che lascia l’amaro in bocca, a tutti quei cittadini che hanno creduto che il porto sarebbe stato realizzato, con una proiezione trionfalistica che esiste solo su carta. I vecchi ormeggi, le banchine, i pescatori ed i cittadini sono lì che hanno resistito in attesa di un futuro migliore, ma ad oggi è calato il sipario su questa tragicommedia, dove la città esce come spesso è successo, sconfitta. Dalle rovine del porto Neroniano, non sarà costruito un nuovo bacino portuale, ma sarà sommerso il futuro della città tra omissioni e burocrazia. Uno degli ultimi atti di questa vicenda, è un relazione dell’amministratore delegato della Capo D’Anzio Antonio Bufalari, inviata agli uffici dell’amministrazione dove “suggerisce” di trasformare la Capo D’Anzio da Spa a Srl: “laddove fosse confermata la perdita, si consiglia ai soci o di ricapitalizzare o di trasformare la società come previsto ai sensi di legge”. Anzio cerca risposte, ma dalla Regione non c’è stata nessuna posizione ufficiale, dell’assessore ai lavori pubblici Mauro Alessandri, che abbiamo provato a contattare senza esito alcuno, né risposte alle contro deduzioni inviate da Bufalari in Regione, sul ritiro della concessione. Per rifarci agli slogan in uso: “Anzio non dimentica il suo Porto” e vedremo se in questi giorni, ci saranno delle risposte.