18 Febbraio ore 10,30, La sala del Consiglio Comunale è piena e, segno del successo dell’evento, tanti sono i cittadini in piedi e molte le magliette gialle e le coccarde di Uniti Per l’Ambiente. L’ordine di scuderia è quello di una presenza “Gandiana”, di una partecipazione tranquilla e la gente trattiene quel moto di stizza che viene spontaneo quando ci si trova in gruppo a manifestare contro un sopruso in casa di chi vorremmo vi ponesse rimedio. Come accaduto in passato gli argomenti “caldi” e “partecipati” vengono messi all’ultima riga dell’ordine del giorno ma poi vengono passati in cima alla lista per la presenza della folla che assiste al Consiglio e che è venuta solo per sentirne discutere. La Biogas di via della Spadellata, che è già in funzione, e la relazione finale della Commissione Speciale; messa a tacere perchè invisa ad una parte della politica di Anzio; quella che di centrali biogas ne autorizzerebbe una anche in piazza Pia. L’unico portavoce di un’istanza, che è innanzi tutto di chiarezza, è apparso essere il Consigliere Brignone che, in sintesi, ha rivolto al Sindaco l’invito a far conoscere quali azioni siano in atto a tutela dei cittadini in esito al lavoro della Commissione Speciale. Le succinte risposte da parte del Primo Cittadino sono state piuttosto scontate e certamente non entravano nel merito delle specifiche azioni intraprese. Azioni e verifiche molte delle quali, secondo il dossier redatto dal Membro tecnico Giorgio Libralato, riguardavano e riguardano responsabilità dell’ente comunale. La cautela del Sindaco è quella del suo Ufficio Legale; quella per cui non si può esigere che il Sindaco emetta un’ordinanza restrittiva di fermo dell’impianto, col rischio di pagarne le conseguenze personalmente. Fatto del tutto condivisibile se riferito ad oggi ma non è affatto condivisibile se riferito verso chi ricopriva la carica quando il cantiere non esisteva ancora e che il consiglio Comunale, all’unanimità, sollecitò a porre in atto un intervento di blocco. Un blocco che non venne mai. Qualche rumore di dissensosottolinea l’insoddisfazione del pacifico pubblico che sempre più si accalca nella sala del Consiglio ed una persona in maglietta gialla alza insistentemente la mano per intervenire e per contestare la linea morbida del Sindaco di Anzio. La Presidente Piccolo, dopo qualche comprensibile titubanza, risponde invitando il sottoscritto ad intervenire tra i banchi dove siedono i Consiglieri. Circa cinque minuti che hanno permesso di delineare in modo molto sintetico le ragioni delle associazioni di cittadini. Ragioni che individuano chiaramente il tipo di responsabilità fra chi ha dato un consenso e chi si trova a gestirne le conseguenze.Responsabilità diverse ma tutte molto significative: un Sindaco, un Assessore ed un Dirigente hanno ritenuto di dare il placet del Comune di Anzio alla realizzazione di una centrale Biogas, senza nemmeno informarne i cittadini, è un fatto politicamente gravissimo. Se il fatto che quel placet, che è avvenuto in deroga alla legge che tutela la sicurezza dei cittadini, costituisca reato, deve essere un Giudice a decretarlo. Queste sono responsabilità che non possono essere attribuite a questo Sindaco ma a questo Sindaco resta la responsabilità di effettuare tutti i controlli e le verifiche di competenza e di renderne partecipi gli abitanti e, sopra ogni cosa, questo Sindaco ha la responsabilità di richiedere alla Regione Lazio di riaprire la Conferenza dei Servizi, per verificare che la non osservanza delle norme di sicurezza non costituisca rischio o pericolo per gli abitanti. Perchè se ciò fosse la centrale andrebbe fermata per provvedimento della stessa Regione e su istanza di qualche ente che partecipa alla Conferenza. Questa è la sintesi delle richieste delle associazioni che aderiscono adUniti Per l’Ambiente e che stanno ponendo in atto anche altre azioni di denuncia e di controllo fra cui l’accesso agli atti presso gli Uffici del Comune di Anzio e presso la Regione Lazio, che è fissato per il 3 marzo. Azioni che dovranno anche chiarire come mai una scuola costruita mezzo secolo fa non esiste per il progettista, non esiste per la Provincia e, fatto inconcepibile, non esiste nemmeno per gli Uffici Comunali, che hanno contribuito alla formulazione del parere positivo del Comune di Anzio. Tutto deve tornare in Regione per fare chiarezza ed una risposta positiva in tal senso la da la Presidente Piccolo, che è stata anche Presidente della Commissione Speciale, la quale comunica che in data 23 dicembre il Comune di Anzio ha chiesto la revoca dell’AIA relativamente a questo progetto perchè “incompatibile con al tutela paesaggistico-territoriale e con la salute dei cittadini, evidenziando nuovamente la presenza, nelle immediate vicinanze dell’impianto in questione (raggio minore di 300 metri), di siti sensibili quali due scuole, un centro commerciale ed un importante nucleo abitativo” . La formulazione delle ragioni della richiesta non è particolarmente incisiva ed essa appare piuttosto tardiva rispetto al momento in cui fu noto che la distanza della centrale era di soli circa 290 metri dagli obiettivi sensibili. La richiesta, inoltre trasmette pedissequamente le relazioni dei tecnici che, per buona parte, riguardano materia di esclusiva responsabilità comunale. Detto questo, ben venga la richiesta di revoca dell’AIA “a seguito di riesame”. Ora i tecnici di UPA che andranno presso la Regione il 3 marzo chiederanno alla Ing Tosini quando avrà luogo il “riesame” che, secondo logica, dovrà avvenire in sede di riapertura della CDS. Questa volta l’Assessore ed il suo Dirigente saranno affiancati da rappresentanti dei cittadini. Sergio Franchi