“Marea” di plastica sulle spiagge italiane. Anzio maglia nera

Anzio tra le 24 località monitorate dall’indagine “Beach Litter” di Legambiente

E’ la plastica il rifiuto che sporca di più e copre, da solo, il 65% dei rifiuti nelle spiagge italiane. Ed è la plastica ad avere il maggiore impatto ambientale. Lo dice l’indagine “Beach Litter” portata avanti su 24 spiagge libere d’Italia nella prima metà del mese di maggio dai volontari di Legambiente. Lo studio è stato condotto su un’area di 130.040 mq ed ha dimostrato che bottiglie e contenitori di plastica, stoviglie usa e getta e cotton fioc, assieme a mozziconi di sigaretta, mattonelle e calcinacci sono i principali tipi di rifiuti che invadono gli arenili. Tra le spiagge incriminate anche quelle di Anzio, per la provincia di Roma. Gli altri comuni “indagati” sono Genova, Viareggio (Lu), Pozzuoli (Na), Pollica (Sa), Giardini Naxos (Me), Ragusa, Pachino (Sr), Noto (Sr), Catania, Policoro (Mt), Pisticci (Mt), Casalabate (Le), Tricase (Le), Brindisi, Polignano a Mare (Ba), San Benedetto del Tronto (Ap). I campionamenti effettuati sulle spiagge libere hanno tenuto conto del protocollo di monitoraggio messo a punto dal ministero dell’Ambiente e dall’Ispra. La plastica, come rileva Legambiente, è la categoria di rifiuto che batte tutti gli altri, con una percentuale del 65% sul totale di 15.215 rifiuti rinvenuti. Accanto alla plastica di tutte le forme e dimensioni anche molti oggetti derivanti dal comparto della pesca (9%): reti, galleggianti, nasse, fili da pesca, senza contare l’ingente quantitativo di frammenti di polistirolo (che potrebbero essere i resti di cassette per il pesce). A seguire, ricoprono a tappeto le spiagge italiane i mozziconi di sigaretta (7%).  Non mancano ai primi posti in classifica i metalli (6%) con lattine, barattoli e bombolette spray, seguiti dai rifiuti sanitari (5%) come cotton fioc, assorbenti, preservativi, blister. Poi materiali di costruzione al 4% (mattonelle e calcinacci), vetro al 3% (specie bottiglie), rifiuti di gomma (pneumatici, guanti) e tessili (scarpe, vestiti) entrambi al 2%.