Il lungo elenco di servizi sottratti negli anni al “Riuniti” di Anzio e Nettuno. Situazione esasperata con l’estate
Pazienti “in sosta” al pronto soccorso anche per giorni, in attesa di un posto letto. Chiusura dei reparti, personale medico ridotto, popolazione in aumento con l’estate. E’ una situazione esplosiva quella che si vive all’interno dell’ospedale “Riuniti” di Anzio e Nettuno, dove l’arrivo di turisti e villeggianti ha reso ancora più grave, triplicando l’utenza, una condizione già al limite. Soltanto tagli, quelli a cui si assiste da diversi anni a questa parte, con accorpamenti – l’ultimo quello di Ortopedia e Chirurgia – e rischio di chiusura di interi reparti. E’ un lungo elenco di servizi sottratti al polo di Anzio e Nettuno, a partire dalla dismissione del centralino e il reimpiego di centralinisti in altre mansioni, con l’istituzione di un centralino unico ad Albano. Anche il centro trasfusionale, sulla chiusura del quale si stanno prendendo decisioni in questi giorni, ha subito una chiusura pomeridiana e notturna, con lo spostamento di competenze e personale a Velletri. Chiusura dei reparti, in questi ultimi mesi, anche per Urologia e Pediatria, quest’ultima solo nei mesi estivi fino allo scorso anno, dopo aver abolito i posti letto di patologia neonatale. Sul fronte accorpamenti, oltre a quello annunciato fino al 31 agosto tra Ortopedia e Chirurgia, è da segnalare quello tra i reparti Otorino e Chirurgia con diminuzione dei posti letto per entrambe le specialità a causa della mancanza di personale infermieristico. Capitolo ricoveri: blocco a singhiozzo di quelli in Ostetricia, a causa della mancanza di personale medico, infermieristico e ostetrico, e blocco di tutte le attività ambulatoriali. Una situazione che arriva al collasso ad ogni inizio estate. Blocco a singhiozzo anche dei ricoveri in Medicina, per il solito problema del personale, degli ambulatori cardiologici e dell’attività del blocco operatorio chirurgico e ostetrico. Non è finita. Il Riuniti deve fare i conti anche con la carenza cronica di personale ausiliario (Oss e Ota) che all’inizio di ogni estate viene utilizzato all’occorrenza, in modo che riesca a coprire tutti i ruoli che necessitano nel nosocomio: servizi ai piani, reparti, blocco operatorio. Il tutto utilizzando ogni singola unità su due o tre ruoli differenti contemporaneamente. “Tutte queste carenze – dice un’anestetista del Riuniti – fanno sì che l’ospedale non sia più in grado di assorbire le necessità dell’utenza già in una situazione di normalità, figuriamoci cosa può accadere in estate, quando la popolazione triplica e il personale deve andare in ferie. Mi chiedo di chi sia la colpa di tutto questo – dice in uno sfogo un’anestetista del Riuniti – mi chiedo se sia giusto continuare a lavorare in un posto che ti crolla addosso senza che nessuno faccia nulla. Mi chiedo se sia giusto per il personale, per i pazienti, per noi tutti. Mi chiedo tante cose, ma le risposte non arrivano mai. Questa incapacità di “assorbenza” si manifesta in modo esponenziale in quello che è l’imbuto dell’ospedale, ossia il Pronto Soccorso, dove alla già ben nota carenza di personale infermieristico ed ausiliario si somma l’impossibilità di ricoverare i pazienti causa tutte le mancanze di cui sopra! Per cui è facile vedere un paziente sostare in pronto soccorso anche cinque giorni, perché dovrebbe essere ricoverato, ma il posto non c’è perché i ricoveri sono bloccati, o le sale operatorie sono ferme o mancano i medici, gli infermieri o gli ausiliari”.