Nel Lazio il 92% delle scuole a rischio sismico, manutenzione inesistente

Maglia nera per la regione Lazio, che non brilla per interventi di manutenzione nelle scuole. In un regione dove gli edifici scolastici sono in aree a rischio sismico per il 92% e nel 6% in zone a rischio idrogeologico, nel 2013 sono stati spesi appena 630 euro per la manutenzione straordinaria di ogni edificio. Viterbo e Rieti non hanno fornito i dati. Secondo il XV rapporto di Legambiente Ecosistema Scuola, negli ultimi 5 anni solo il 14,2% degli edifici scolastici del Lazio ha usufruito di interventi di manutenzione a fronte di una media nazionale pari a 47,6%. Bassa è la percentuale relativa alle certificazioni, molto al di sotto della media nazionale: 3,7% su 53% gli edifici che possiedono il certificato di agibilità, 3,6% quelli con certificato di prevenzione incendi sul 31,2%. Intnato i comuni puntano a migliorare la sicurezza degli edifici con porte antipanico (100%), impianti elettrici a norma (89,9%) e interventi per eliminare le barriere architettoniche (10,1%). Solo il 10,6% degli edifici è dotato di impianti da fonti rinnovabili, più basso di 3 punti rispetto alla media nazionale. Rientra finalmente Roma in graduatoria dopo 4 anni con i suoi 1194 edifici scolastici, il 60% sono dotati di certificazioni di collaudo statico, tutti hanno porte di sicurezza e quasi tutti hanno impianti elettrici adeguati. Pochi però interventi di manutenzione negli ultimi 5 anni: solo il 15% delle scuole ne usufruisce, nonostante una necessità che riguarda il il 20% di esse, e nonostante i recenti e importanti investimenti compiuti in tal senso dal comune. Sempre nella capitale l’uso del neon per illuminare le scuole mentre solo l’11% utilizza fonti rinnovabili e di queste un esiguo 6% solare termico e fotovoltaico. Sono a disposizione dei ragazzi le biblioteche nel 54,5% degli istituti, mentre rispetto agli strumenti per una mobilità più sicura ci sono aree di sosta per le auto nel 72,7% delle scuole e nonni vigili nel 31,8%. “La situazione nella nostra regione non è di certo confortante – dichiara Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio – non solo infatti né Viterbo né Rieti hanno risposto al nostro questionario ma anche gli altri capoluoghi non brillano nella classifica generale. La media laziale è al di sotto di quella nazionale in molti campi. Non è possibile che nelle nostre scuole sia così basso il numero degli edifici che hanno goduto di interventi di manutenzione negli ultimi 5 anni (14,2% contro il 47,6% nazionale) in un territorio dove la quasi totalità degli edifici sono in aree a rischio sismico e il 6% in aree a rischio idrogeologico. A Roma torniamo finalmente a conoscere e poter valutare le condizioni delle scuole, dopo 4 anni che non non venivano indicate le condizioni delle scuole romane, una conoscenza indispensabile alla realizzazione delle opere necessarie e ad avviare le buone pratiche ancora assenti”. Discreta la situazione delle scuole di Frosinone, prima nella classifica tra i capoluoghi del Lazio, mentre è bassissimo il punteggio complessivo raggiunto da Latina. Sul fronte dei rifiuti nel Lazio va per la maggiore la raccolta differenziata di carta e plastica al 76,3% ma ovunque non vengono intercettati i toner delle stampanti che invece in Italia vengono in gran parte raccolti. Da sottolineare positivamente il lavoro che si sta svolgendo nelle mense scolastiche dove la media percentuale dei prodotti bio utilizzati è del 63,3% ed è utilizzato materiale alternativo per servire i pasti come il “materbi” nel 30,8% contro una media nazionale di 10,4%. Grave infine, per gli attivisti del cigno verde, che il monitoraggio sulla presenza di materiali inquinanti come l’amianto negli edifici riguardi solo il 66,7% degli istituti, e che non esistano monitoraggi sul radon e su altre fonti di inquinamento come elettrodotti e antenne radio-tv. “Va messa in sicurezza la popolazione scolastica dalla presenza di materiali nocivi – aggiunge Scacchi – che devono essere rimossi velocemente anche grazie all’approvazione di leggi importanti come quelle per l’eliminazione dell’amianto”.