di Roberta Sciamanna
Era l’anno di Vasco Rossi, di Steve Wonder, degli Ac/Dc. 30 Luglio 1984. Pino Daniele fu il primo ad inaugurare quella stagione di concerti memorabili a Nettuno. Al grande artista napoletano – stroncato due giorni fa da un infarto – spettò anche un altro primato, quello di aver tenuto il primo concerto in assoluto allo stadio di calcio. Non fu una data a caso, quella scelta per la sua esibizione. Quel giorno ricorreva il centenario della nascita della ferrovia Roma-Nettuno.
La città non ricorda un parterre di vip come quella famosa volta. Vennero da tutta Italia per assistere al suo tour. L’amministrazione comunale di allora fece partire un treno speciale dalla capitale, con a bordo Renzo Arbore e tanti altri personaggi dello spettacolo. Un giorno memorabile, che Nettuno porta nel cuore. Lo ricorda ancora benissimo Carlo Eufemi, consigliere comunale, ai tempi assessore al Turismo, Sport e Spettacolo. “Era il 30 luglio, Pino Daniele inaugurava il primo concerto allo stadio – racconta – Non scegliemmo un giorno qualunque per ospitarlo a Nettuno. Era la ricorrenza del centenario della ferrovia, la mattina ci furono le celebrazioni dell’anniversario, la sera andava in scena il concerto. Organizzammo un treno speciale, che trasportava una sfilza di vip, tra gli altri anche Arbore. Ricordo ancora quelle sue cravatte sgargianti… Il concerto di Pino Daniele fu un’emozione unica, diecimila paganti, era la sua unica data del tour nel Lazio. A quei tempi il Comune non stanziava soldi per i concerti, se l’artista era bravo e vendeva, incassava. Da lì si capiva il valore di un artista”.
L’evento fu un trionfo , un successo sotto tutti i punti di vista. Quell’estate Nettuno non perse un colpo. Nell’84 si esibì anche Vasco Rossi (il concerto era previsto per il 9 agosto ma fu spostato al 30 a causa di un nubifragio). I primi di settembre toccò a Steve Wonder, agli Ac/Dc, senza dimenticare Tullio De Piscopo, Tony Esposito, gli Ultravox, Enrico Ruggeri, ai tempi ancora semisconosciuto. Una stagione passata alla storia. “Non ebbi modo di conoscere a fondo Pino Daniele – dice Eufemi – Ci siamo soltanto presentati. Era un personaggio molto schivo e timido. Io non avevo l’abitudine di farmi fotografare con i vip, avevo sempre paura di disturbare. Quel concerto però, non lo dimenticherò, quella sua musicalità molto americana, quel richiamo al soul, quei suoi modi discreti”. La stessa riservatezza che lo ha accompagnato, nonostante il successo in continua crescita, durante la lunga carriera. A Nettuno Pino Daniele è tornato pochissimo tempo fa, estate 2012, di nuovo allo stadio del baseball. Un ritorno dopo diciotto anni di assenza dai nostri mari.
Anche in quell’occasione – si esibiva con il tour “La grande Madre Terra” – l’artista napoletano confermò il suo carattere schivo e poco amante dei riflettori. Era un artista di poche parole. A parlare era la sua musica, bastava quella a comunicare emozioni immense come un universo. “Non ho avuto modo di conoscerlo quando venne a Nettuno nel 2012 – dice l’assessore allo Sport e Turismo Luigi Visalli – Pino Daniele non amava la mondanità e la folla. Lui amava la musica, comunicava attraverso quella. Ricordo che due anni fa aveva dei problemi alle coronarie. Quel concerto fu poco cantato e molto strumentale. Bellissimo, un’emozione dall’inizio alla fine. Si esibì per due ore ininterrotte, in un clima molto intimo. Alla fine del concerto – continua – non ci siamo scambiati neanche una parola, fuggiva da foto e complimenti. Quello stesso anno a Nettuno si esibì anche Venditti, e lì la situazione fu completamente diversa. Ci fece salire sul palco, c’era anche Bruno Conti. Venditti dialogava di continuo con il suo pubblico. E’ questione di carattere. Fu una delle migliori estati a Nettuno, grandi artisti, grandi emozioni”. Non venne solo a Nettuno, Pino Daniele. Nel 1987 fu in concerto nel comune neroniano, per poi tornarci diciassette anni dopo, nel 2004. Ad Anzio si ricorda ancora che nell’87 –dirigeva il commissariato di Polizia Enrico Macrì – in occasione dell’esibizione dell’artista napoletano si era addirittura pensato di lasciare accese le luci dello stadio, per questioni di sicurezza. Una vita fa…