Lettera aperta ad Agostino Gaeta

Caro Agostino Gaeta,

ormai il modo migliore di comunicare con te è quello di scriverti, infatti, in passato, ho cercato di contattarti telefonicamente, ma non ho mai ricevuto risposta, come quando scrivesti sul tuo giornale di aver ricevuto intimidazioni mafiose da parte di tuo “nipote” Fernando Mancini, te lo ricordi? Scrivesti che “…non potevi più uscire di casa con il clima che si era creato in città…”. In quell’occasione provai a telefonarti più volte nell’arco della giornata, per cercare di esprimerti la mia personale solidarietà per quanto accaduto, ma nessuna risposta. Solo in serata ebbi la fortuna di ascoltare la voce di tua moglie, la quale mi disse che non eri in casa…

Tornando a noi vorrei commentare il tuo fantasioso articolo di oggi, dal titolo Nettuno, il Clandestino ed il baseball

“…Il Clandestino di proprietà degli amici di Faraone…” non è farina del mio sacco, ma è un virgolettato, scritto ed inoltrato ai vari giornali dall’ufficio stampa del Nettuno bc. I rancori personali non mi appartengono, sono più un tipo alla vivi e lascia vivere. Magari, se di rancori vogliamo parlare, probabilmente quel comunicato è stato preparato dal buon addetto stampa del Nettuno bc Giovanni Colantuono, su dettatura dell’ex direttore generale della società sportiva e attuale capo segreteria del sindaco Chiavetta, Marco Cestarelli, che qualche problema con Faraone e Della Millia ce lo ha sempre avuto. Affari loro.

In merito ai miei rapporti con la giornalista Elisabetta Bonanni, come anche con Daniele Reguiz, da parte mia sono ottimi, e visto che ci siamo, approfitto per ringraziarla per quanto fatto con Inliberauscita.it ed auguro ad entrambi un grosso in bocca al lupo per il futuro.

L’aspetto che mi preme sottolineare in tutta questa vicenda è che non accetto lezioni di deontologia da parte di chi ha fatto e continua a fare il diffamatore per professione, come anche da chi alla mia età finiva sulle prime pagine dei giornali per storie che avevano a che fare con truffe ai danni dello stato e traffici di stupefacenti dal Sudamerica, come nel caso di Mancini. Solo in un paese come l’Italia poteva accadere di vedere Mancini diventare un’imprenditore con investimenti da milioni di euro presi chissà dove, oggi presidente di un movimento civico attraverso il quale si riscopre difensore dei diritti dei cittadini, dove “spopolano” i suoi commenti diffamatori su facebook nei confronti dell’avversario di turno. Ebbene, non è un caso sia stato tante volte ospite alla tua trasmissione Ocriculum. L’Agostino Gaeta che mi piace è quello che firma articoli come “Pane Amore e Assessorato”, narrando le vicende che hanno portato all’assessorato di Cinzia Scanu a Nettuno, la compagna del consigliere comunale Mario Pitò, oppure “La giunta du Brazil”, che racconta di un compleanno infuocato dell’assessore alle attività produttive di Anzio Giorgio Bianchi. E’ per questi articoli che da sempre il sabato acquisto una copia di Controcorrente, sperando di trovare altre perle come quelle.

Nonostante tutto, ritengo che ognuno di noi debba avere una seconda possibilità, ma non per questo perdere di vista la memoria dei fatti, quella deve sempre ricordarci chi siamo e da dove veniamo. Anche questa è l’Italia, un paese dove tutto è possibile, ed anche per questo motivo si accende in me la speranza che possa presto tornare ad essere un posto migliore.

Valerio Pizziconi