Chi ci guadagna è soprattutto l’indotto, dai dati del Servizio Centrale del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) del Ministero degli Interni
Ma quanto costa davvero un rifugiato al nostro Paese? Il costo medio è di 35 euro al giorno a persona. Ma di questi soltanto una cifra minima, circa 2,50 euro, finisce fisicamente in mano ai richiedenti asilo che le usano per soddisfare piccole esigenze quotidiane (ricariche del telefono, acqua, un panino).
La cifra rimanente serve infatti a coprire gli stipendi degli operatori italiani, le spese per il vitto e l’alloggio, le pulizie, i servizi. In pratica la stragrande maggioranza del finanziamento non è altro che un indotto per il nostro sistema economico, ci guadagnano: i proprietari degli immobili, commercianti, fornitori di beni, giovani lavoratori delle associazioni che gestiscono i centri. Sono soldi presi da un fondo ordinario del Ministero dell’Interno proprio per l’immigrazione e l’asilo. Del resto l’Italia non ospita i richiedenti asilo perchè è un paese generoso, ma perchè rispetta leggi di diritto internazionale. Per i bambini non accompagnati il costo è più alto: oscilla dai 70 euro a persona al giorno. E questo perchè ospitare un minore richiede strutture specializzate, con servizi sociali e di tutela specifici, che hanno perciò costi maggiori.
Ma non sono troppi i richiedenti asilo nel nostro Paese?
Sebbene le cifre siano cresciute negli ultimi due anni, bisogna sempre ricordare che l’Italia è comunque solo al quinto posto della classifica europea come Paese di immigrazione. È la Germania a guidare la classifica dell’accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo in Europa nel 2013. Con 126 mila rifugiati, Berlino si è fatta carico lo scorso anno del 30 per cento di tutte le domande di protezione internazionale. Seguono Francia e Svezia. Il nostro paese, con 26.620 richiedenti, ha raggiunto appena il 6 per cento del totale. Per quanto riguarda la provenienza, la Nigeria risulta essere il primo paese d’origine dei richiedenti asilo (3.519), seguita da Pakistan (3.232), Somalia (2.774) ed Eritrea (2.109). L’Italia, infatti, resta soprattutto un Paese di frontiera: molti dei profughi che arrivano qui non lo fanno per scelta ma perchè è più facile da raggiungere: il loro vero obiettivo resta il cuore dell’Europa. Purtroppo, anche il dibattito circa i richiedenti asilo è divenuto uno slogan che usa gli immigrati per meri scopi propagandistici in vista delle elezioni politiche e amministrative e che alimenta, tra l’elettorato, attitudini ostili e aggressive nei loro confronti. Il permanere della crisi economica e la negativa connotazione data ai richiedenti asilo e ai rifugiati stessi accresce paura e intolleranza nei loro confronti. (cp)