Finestre chiuse, tappi alle orecche, telefonate al 112. Le notti insonni di chi abita vicino a bar e locali aperti di notte
In piena estate a scrivere del chiasso provocato dai locali si rischia l’impopolarità o come minimo di essere etichettati come “vecchi intolleranti”, oppure “nemici del turismo”, ma voglio lo stesso spezzare una lancia a favore di quanti non riescono a riposare.
I fatti. Musica e rumori notturni fino all’alba e poi, quando fa giorno, i residenti, si trovano davanti allo spettacolo di bottiglie lasciate in giro e pipì agli angoli della strada. La situazione di alcune vie di Nettuno e Anzio nelle ore notturne presenta problemi di evidente ordine pubblico e decoro per coloro che abitano la cittadina del litorale. Far finta di nulla non è un atteggiamento degno di una buona amministrazione comunale. Il compito di chi intende governare, siano essi politici o anche Commissari Straordinari, è cercare di risolvere questi problemi. Problemi aumentati con le leggi che hanno liberalizzato il commercio, permettendo di tenere i locali e bar aperti a tutte le ore, notte compresa. Ed è evidente che questo non permette una serena convivenza con chi abita vicino a questi esercizi. Dal Borgo medievale a Scacciapensieri, ma anche a Lavinio le lamentele sono all’ordine del giorno. Finestre chiuse e tappi alle orecchie non servono a limitare i disagi causati da Pub e bar aperti nelle ore notturne, con musica “sparata” a tutto volume, senza doppi vetri, ingressi spalancati, gruppi di persone urlanti fuori dai locali e noncuranti dei residenti, bottiglie di vetro sparse per le strade, servizi igienici non sempre adeguati nei locali, con la conseguente trasformazione delle strade in “cessi” a cielo aperto, ragazzini, ancora minorenni, con in mano bottiglie di birra che schiamazzano per strada.
Senza tralasciare la musica a tutto volume sulla spiaggia alle tre di pomeriggio, la convivenza fra le famiglie che abitano a ridosso di bar e ristoranti aperti di notte è da sempre problematica. Persone disperate in cerca di riposo, che chiamano più volte vigili urbani e i carabinieri quando i rumori e la musica non li lasciano dormire. La situazione non cambia e i privati cittadini vivono una sorta di incubo. Tutto ciò genera anche liti con i titolari degli esercizi.
Cosa fare. Certo siamo consapevoli che una città turistica vive anche di notte, e nessuno pensa ad una città solo per pensionati. Ma un giusto equilibrio tra esigenze commerciali e vivibilità dei residenti andrebbe trovato. Tra chi vuole guadagnare tenendo aperto il locale, chi vuole divertirsi e chi alle 5 del mattino dopo una notte insonne deve alzarsi per andare a lavorare. Ma cosa si potrebbe fare? Intanto si potrebbe stilare un regolamento comunale che detti precise norme di esercizio per quegli locali che intendono svolgere le loro attività nelle ore notturne. Oltre a questo è necessario anche un aumento della vigilanza e il controllo coordinato da parte delle varie forze dell’ordine, che sarebbe veramente efficace solo se svolto da pattuglie a piedi. Gli agenti, a causa dei tagli alla spesa operati dai vari governi, sono ridotti al minimo e con pochi mezzi a disposizione, ma Nettuno e Anzio non sono Roma e qualche sforzo in più forse si potrebbe fare. Le forze dell’ordine potrebbero svolgere un’azione di prevenzione con la loro stessa presenza, un ruolo repressivo verso chi se ne frega degli altri e trasgredisce le regole. Il cittadino non può e non deve sentirsi abbandonato, se alle 3 del mattino è costretto a chiamare il 112 perché sotto casa la musica gli fa vibrare i vetri, e gli ubriachi che urlano gli impediscono di dormire.