Riceviamo e pubblichiamo
“Un ferragosto di sangue ed ubriachezza tra Anzio e Nettuno ha visto protagonisti giovani minorenni, vittime e carnefici. Ed allora non si può non interrogarsi sul perché i nostri ragazzi cerchino lo sballo da ebbrezza, o da droga, per divertirsi con gli amici o scelgano la violenza, spesso davvero brutale, per confrontarsi con i propri pari e non solo. E non possiamo neanche ignorare il fatto che i comportamenti aggressivi tra i minori siano in generale aumentati: il bullismo a scuola è un fenomeno crescente, dilagante e trasversale, i furti o i ricatti ai coetanei per impadronirsi di status symbol (il cellulare primo tra tutti) avvengono quotidianamente, è sufficiente un’occhiata ad una ragazza e si aggredisce o si ferisce…oppure, come accaduto, si discute per un fazzoletto di spiaggia e si ricorre a coltelli e non solo. Entrare nel dettaglio delle molteplici spiegazioni, interne alle dinamiche del gruppo ma anche legate a specifici profili di personalità sarebbe lungo e complesso.
Cosa e come può intervenire la politica per comprendere in primis il fenomeno e, successivamente, proporre soluzioni che contemplino prevenzione ed intervento?
In prima istanza certamente iniziare ad occuparsi del mondo giovanile, dedicargli spazi di aggregazione e di ascolto…nonché di confronto con il mondo degli adulti…essere ponte e strumento di accompagnamento. Le amministrazioni non investono su questo, interessate solo a mantenere poltrone che spesso non hanno prodotto nulla in termini di risultati e progetti e non sono neanche in grado di produrre nulla.
Bisogna dare priorità alle politiche sociali giovanili ed a quelle per le famiglie.
In tal senso noi continueremo a lavorare sui territori perché non ci arrendiamo alla violenza, perché nei giovani c’è il futuro”.
Chiara Di Fede, referente Dipartimento Tutela Vittime della violenza FDI-AN Provincia di Roma