[Fonte http:// giovannidelgiaccio.wordpress.com/]
“Realizzazione e gestione di un impianto di recupero di rifiuti non pericolosi con produzione di biometano“. Vogliono realizzarlo ad Anzio, in località Padiglione, e la pratica è alla valutazione di impatto ambientale in Regione.
L’impianto in sé non rappresenta – almeno in teoria – un problema. Anzi, è l’ultima frontiera nell’utilizzo della frazione umida in quanto non brucia i rifiuti ma utilizza un processo organico. Il gas ricavato può essere immesso nella rete, ove esistente, o venduto per i distributori di metano da autotrazione.
Il progetto indica un terreno in zona industriale, pressoché “dimenticato“, e rappresenta certamente un’opportunità, però….
Quello che non si comprende è perché ci sia tanta fretta. Il progetto è stato presentato a tempo di record – il 2 settembre – da una società costituita il 31 luglio del 2015, la Green future 2015. Era evidentemente già tutto pronto.
Il capitale di questa azienda è costituito al 100% da quello di un’altra società, costituita a sua volta il 29 aprile e composta da cinque titolari di quote. Gli indirizzi di entrambe le aziende – che risultano ufficialmente inattive – sono gli stessi.
Tutto normale, ci mancherebbe, è che quando si parla di rifiuti e si vedono società “scatola” si fa fatica a capirne il motivo. E’ così per quasi la totalità delle aziende del settore, ma ci si lasci almeno il beneficio del dubbio.
Ah, il Comune 3.0 sa nulla di questa iniziativa? E che ne pensa?
[Fonte http:// giovannidelgiaccio.wordpress.com/]