In Italia record di morti premature per inquinamento rispetto all’Europa

Secondo il rapporto dell’Aea, l’Italia detiene il record negativo del maggior numero di morti premature a causa dell’inquinamento dell’aria. Ma i governi continuano a proporci centrali Turbogas, inceneritori, centrali biogas

inquinamento

di Claudio Pelagallo

I dati sono del 2012, anno in cui 59.500 decessi prematuri sono da attribuire al particolato fine (PM 2.5), altri 3.300 all’ozono (O3), altri 21.600 al biossido di azoto (NO2), rispetto ai 491mila a livello europeo. Le tre cifre non si possono sommare perché tra i tre inquinanti ci sono delle sovrapposizioni, ma i numeri dell’Italia sono preoccupanti e il nostro Paese guida la classifica europea delle morti per biossido di azoto, che è quello prodotto dalle auto e in particolare dai diesel. L’Italia è prima anche per le morti per ozono e per le polvere sottili emesse, ma in quest’ultimo caso il primato è a “pari demerito” con la Germania. In particolare, il problema delle polveri sottili in Italia colpisce soprattutto la Pianura Padana. Le città di Milano, Torino, Brescia e Monza superano il limite di concentrazione media annua fissato a livello Ue a 25 microgrammi per metro cubo d’aria. Per un pelo si salva Venezia. Se però consideriamo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda un limite di 10 microgrammi per metro cubo, a non riuscire a stare sotto questa soglia troviamo anche Roma, Napoli, Firenze, Bologna e Cagliari. Tutto questo mentre, continuano a proporci centrali Turbogas, inceneritori, centrali biogas, impianti che producono polveri sottili che vengono inalate, con gli effetti disastrosi sulla salute umana. Le  pm10 e le pm20 le cosiddette microparticelle di particolato, sono quindi in grado di causare danni ad ognuno di noi. Ozono, biossido di azoto, composti di zolfo, derivati del benzene, sono alla base di questa forma di inquinamento. Lo smog risulta anche essere, come è ovvio, un forte inquinante del suolo e degli ecosistemi, con gravi effetti a cascata sul mondo animale e vegetale. L’OMS ha da anni dato un limite alla concertazione di queste sostanze nell’aria delle nostre città ma, come indicano le rilevazioni internazionali fatte nelle aree metropolitane europee, circa l’80% di noi, è costantemente esposto a livelli che superano almeno in determinati periodi dell’anno, la soglia limite di sicurezza indicata per tali inquinanti.