Case cantoniere potranno essere trasformate in ostelli, ristoranti, officine

Accordo tra Ministeri e Anas per la valorizzazione delle vecchie case cantoniere. Un patrimonio di 1.244 case, di cui altre 620 potrebbero essere destinate a progetti di riqualificazione

casa_cantonieraROMA Trenta cantoniere da prestare allo sviluppo del turismo sostenibile. Ieri i ministri dei Beni culturali e quello delle Infrastrutture, Dario Franceschini e Graziano Delrio, hanno firmato insieme al direttore dell’Agenzia del demanio, Roberto Reggi, e al presidente dell’ Anas, Gianni Vittorio Armani, un accordo per la valorizzazione delle vecchie case cantoniere. Ne sono state individuate per il momento trenta su un patrimonio di 1.244, di cui altre 620 potrebbero essere anch’ esse destinate a progetti di riqualificazione, mentre 594 sono attualmente utilizzate dall’ Anas. Le trenta case si trovano parte sui tratti della via Francigena e altre sulla via Appia antica, itinerari in via di rivalutazione. L’ idea è di trasformarle in ostelli, ristoranti, officine per biciclette o moto, punti di informazione al servizio di chi sceglie un turismo al di fuori dei tracciati più battuti e che si muove con andamento lento. «Il ponte del Rialto o il Colosseo non reggono più la pressione turistica. Bisogna – ha affermato Franceschini – diversificare, all’insegna della sostenibilità, della qualità e dell’ eccellenza». Le prime trenta case cantoniere fanno parte di un progetto pilota che sarà messo a punto entro il prossimo giugno e che dovrà definire l’ utilizzo dei diversi edifici e la tipologia dei servizi da offrire. Dopodiché si partirà con i bandi per reclutare i potenziali gestori privati (già l’ articolo 11 del decreto legge 83/2014 sull’Art bonus prevede la possibilità di concederle – le cantoniere così come altri beni pubblici inutilizzati – in uso gratuito a cooperative e associazioni di giovani). Nel frattempo, l’Anas provvederà a rimettere in sesto le case cantoniere, ricalibrando gli spazi secondo i nuovi utilizzi con una spesa stimata di 200mila euro a struttura. L’obiettivo è, ha sottolineato Delrio, «fare in modo che le cantoniere tornino a essere il simbolo positivo di un’ identità italiana diffusa di accoglienza e di relazione tra le persone». Bisognerà creare un marchio che aiuti anche «una forte promozione internazionale. In questo senso – ha aggiunto Franceschini – il caratteristico colore rosso pompeiano delle case cantoniere e le scritte sull’ingresso saranno salvaguardate».