Le dimissioni del presidente della Capo d’Anzio, Luigi D’Arpino, sono l’ultimo problema e proverò ad analizzare più avanti, in un’altra riflessione la situazione che è precipitata in questi giorni e il clima irrespirabile – ormai da “Gomorra” come mi ha ricordato in un post su facebook Chiara Di Fede – di questa città.
Il discorso è un altro ed è molto più serio, è legato a chi il porto già lo “vende” o vorrebbe venderlo. Un Comune 3.0 che finisce vittima del suo stesso essere (!?) all’avanguardia. Cercando su internet, infatti, si scopre che “il nuovo porto di Anzio” è tra le iniziative del Consorzio Vele Latine. Ops… E chi sarà?
Ne sa qualcosa il sindaco Luciano Bruschini? E’ questo il fantomatico gruppo del quale si parla da un anno e mezzo?
Sì, perché questo gruppo è stato “sponsorizzato” da esponenti politici locali al primo cittadino e da questi in qualche modo ascoltato. Si tratta di un Consorzio costituito ad aprile 2014, all’indomani dell’inversione del cronoprogramma, composto da un paio di società romane e due imprenditori privati anziati.
Escono fuori, da normalissime visure camerali, una serie di attività-scatola, liquidazioni e fallimenti nei quali non sono comunque direttamente coinvolti amministratori del Consorzio ma che in un ambiente finanziario non sono certo buon segno.
Eppure il famoso gruppo “turco” sarebbe questo, in realtà i soldi starebbero in una banca turca. Così si apprende da quelle che sono molto più di “chiacchiere da bar” come il sindaco ha detto all’ultimo consiglio comunale. Sono certezze, nero su bianco, 3.0 o come dir si voglia
Prima di pensare al dopo D’Arpino sarà il caso che Bruschini e chi ha proposto un Consorzio che ha – tra l’altro – un logo molto simile a quello della Capo d’Anzio, spieghi ai cittadini se ci sono stati rapporti con Vele Latine, chi li ha proposti e perché, se ha mai immaginato una forma di collaborazione e se ha mai coinvolto la Capo d’Anzio in questo discorso.
Fino a prova contraria, fino a quando non saremo costretti a cederle, il 61% delle quote sono dei cittadini di Anzio che hanno già dato in quanto a “Marine investimenti” o simili negli anni passati. Società creata ad hoc e senza una lira, allora, o di disturbo come quando con la stessa compagine (Sofim) ma cambiando semplicemente nome si faceva un progetto concorrente a quello della Capo d’Anzio solo dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale europea.
No, non ci siamo. Abbiamo il diritto di sapere e chi rappresenta il 61% è ancora il sindaco. Lo stesso che con la Capo d’Anzio ha fatto una cosa in assemblea dei soci, poi è arrivato in Comune ed è andato in direzione opposta. Basta!
[Fonte http:// giovannidelgiaccio.wordpress.com/