Un fenomeno antico, con tracce di avvistamento che risalgono ai tempi dei romani e che in pochi sanno. “Turisti per Ufo” è il libro del giornalista del Corriere della Sera, Flavio Vannetti, che cerca di ricostruire la storia degli ufo e dei famosi “incontri ravvicinati” di cui parla Spielberg nel famoso film. Presentato giovedì scorso a Villa Sarsina in un interessante incontro promosso dall’associazione 00042, moderato da Angelo Pugliese, che ha visto l’intervento del giornalista del Messaggero Giovanni Del Giaccio. “Un libro che nasce dalla passione di un cronista”, come lo ha definito proprio Del Giaccio – che come fanno i giornalisti cerca documenti e procede ad una ricostruzione certosina”.
Vannetti si occupa di tutt’altro per il Corriere della Sera. Scrive di sport ma si appassiona, dal 2008, all’ufologia ed apre un blog, cominciando ad approfondire la storia e gli episodi legati a un fenomeno che acquisisce rilevanza solo dopo il Medioevo. “Oggetti volanti si avvistano già nella battaglia di Norimberga – hanno spiegato Pugliese e Vannetti durante la presentazione – e gli avvistamenti si faranno sempre più insistenti durante la seconda guerra mondiale, su cieli della Germania, dell’Urss, della Gran Bretagna. Molti piloti della seconda guerra avvistarono strani oggetti”.
Addirittura durante la partita Fiorentina-Pistoiese nel 54 l’avvistamento di un ufo arriva a far sospendere l’incontro. Celebre la frase del giornalista di Rai 2, in diretta televisiva: “Qualcosa è caduto dal cielo”.
“Non sono un ufologo – ha spiegato Vannetti – ma un appassionato della materia. Ci sono molte persone che avvistano sfere di color avorio che hanno quasi una capacità di interagire con l’interlocutore, di instaurare un colloquio, in una sorta di empatia. Una delle pagine più misteriose nalla storia degli ufo è quella legata alla cosiddetta ondata belga, negli anni 90, quando un oggetto fu visto attraversare il cielo a 1700 km orari in un solo secondo, un’accelerazione impossibile per qualunque oggetto”.
Nel libro si parla dei 51 posti al mondo legati all’ufologia che meritano di essere visitati, con tanto di indicazioni su come raggiungerli.
“Una cosa mi ha colpito – ha detto Del Giaccio – Ci sono 51 posti al mondo in cui si fa turismo su qualcosa di labile e non dimostrabile come gli ufo, mentre noi facciamo fatica a vendere anche quello che abbiamo, a livello culturale e turistico. E non parlo solo di Anzio”.
“Nessuno ha la pretesa di imporre qualcosa – ha concluso il giornalista del Corriere della Sera – Ma vi assicuro che sugli ufo ci si scanna peggio che in Parlamento. Facebook, ad esempio, è diventata una piattaforma impraticabile per certi argomenti. Il miscredente fa lo stesso errore di chi crede troppo. La tecnologia, i programmi come Photoshop, paradossalmente, non hanno aiutato la materia. Al contrario, l’hanno screditata”.