“Zona agricola”. Secoli di storia e finisce che la villa imperiale di Nerone è classificata dal Prg come zona agricola-verde paesistico. “E2”, così riporta la legenda che inquadra le varie zone del territorio comunale all’interno dell’ultimo piano regolatore approvato nel 2000. Un paradosso, per una delle aree più ricche di storia che Anzio possa vantare, famosa in tutto il mondo per i resti archeologici dell’antica Antium. La villa dell’imperatore Nerone fa parte di un meraviglioso complesso archeologico che si estende per quasi tutta la via Fanciulla d’Anzio. Si narra che Nerone volle erigere una villa degna, per dimensioni e magnificenza, del suo status di imperatore. Anche oggi che se ne possono ammirare soltanto le rovine, l’area resta un patrimonio inestimabile, un tesoro per la città che non è valorizzato adeguatamente. Il 3 dicembre 2015 è stata votata l’istituzione del monumento naturale “Villa e Grotte di Nerone e relativa area archeologica marina” ed inserito nella legge di stabilità e bilancio 2016 alla Regione Lazio e approvato alla Pisana. Un riconoscimento che dovrebbe garantirne una maggiore tutela. E’ nato anche un Comitato per la tutela e la valorizzazione delle Grotte di Nerone, che lavora sul territorio per dare la giusta dignità all’area imperiale. Da una parte, dunque, l’impegno e il riconoscimento del valore archeologico e storico, dall’altra la nota stonata, con l’inserimento dell’area tra quelle agricole. Al suo interno non si può edificare, certo, ma guardando con attenzione la voce relativa alle sottozone agricole E2-verde paesistico, si legge che si tratta di “un’area di notevole importanza paesaggistica ed è indispensabile la sua permanenza e la sua eventuale crescita per l’equilibrio ecobiologico del restante territorio in quanto fortemente urbanizzato. Sono ammesse costruzioni destinate a servizi nelle zone destinate a parco per attività di servizi al parco stesso”.
Nel vecchio piano regolatore (quello degli anni 70), la villa di Nerone è classificata come “area di interesse archeologico” e quindi sottoposta a vincolo paesistico. “Sono qualificate – si legge – zone di interesse archeologico quelle aree in cui siano presenti resti archeologici o paleontologici che costituiscano parte integrante del territorio e lo connotino come meritevole di tutela per la propria attitudine alla conservazione del contesto di giacenza del patrimonio archeologico”. Per queste aree tutelate sono ammessi interventi volti alla salvaguardia, valorizzazione e fruizione dei beni archeologici esistenti o ritrovati esclusivamente sotto la sorveglianza della competente soprintendenza archeologica.
“Bene ha fatto l’assessore all’urbanistica Attoni a chiedere ai cittadini del centro storico suggerimenti prima di mettere mano alla variante relativa al piano regolatore adottato oltre dieci anni fa”, commenta il segretario del Psdi Paride Tulli, che lancia due proposte. “La prima di togliere le cubature inserite col piano sia dentro l’ospedale militare sia dentro l’ospedale di Villa Albani, ambedue le strutture hanno cubature sufficienti per ogni esigenza sanitaria, anzi diversi edifici sono tuttora chiusi e dismessi da ogni servizio. Secondo ripristinare il vincolo archeologico sulla zona delle grotte di Nerone, forse pochi lo sanno ma nel piano attuale la destinazione è agricola… in teoria un chioschetto volendo ci potrebbe stare. Speriamo bene”.