Arrivati ieri in serata, a bordo di tre pullman, i richiedenti asilo ospitati in un ex mobilificio di via A. D’Andrea, nella zona artigiana. Sono 150, e non 100 come annunciato dal sindaco Angelo Casto in consiglio comunale a Nettuno, i ragazzi inviati dalla Prefettura di Roma a Nettuno, provenienti da Messina e Crotone. Ieri sera è scattato anche il presidio cittadino fuori dalla struttura, con un gruppo di persone che protestava contro il proprietario del mobilificio. “Siamo contrari alla mercificazione di nuovi migranti a Nettuno – dice Salvo Grimaudo – La struttura che li ospita, di proprietà di un noto imprenditore nettunese, nell’arco di soli tre mesi ha ottenuto il cambio di destinazione d’uso nonché le autorizzazioni ad effettuare ingenti lavori di ristrutturazione interna ed esterna ed infine le certificazioni di agibilità. Appare importante evidenziare come l’urbanistica al tempo fosse in mano al Vicecommissario prefettizio Leone, a suo tempo la stessa persona incaricata dalla Prefettura di individuare le strutture idonee ad ospitare i migranti. Certo, tutto sarà sicuramente a norma, come a norma saranno gli impianti, compreso quello fognario dato che quella via è stata oggetto di importanti interventi da parte di Acqualatina conclusi con il rifacimento completo del manto di stradale per tutta la sua interezza. Ma vogliamo pensare che questa sia semplicemente una coincidenza temporale. Discorso a parte merita la collocazione logistica dell’immobile. È situato, come detto, in una zona artigiana, lontana chilometri da centri abitati ed attività commerciali. L’unica strada che congiunge il centro di accoglienza con la località di Tre Cancelli e con il centro di Nettuno non è dotata di marciapiedi su ambo i lati e l’illuminazione stradale è compromessa dalle fronde degli alberi non potati da troppo tempo. I trasporti pubblici garantiscono il servizio fino alle venti e non esiste segnaletica che indichi un attraversamento pedonale tra la fermata e Via D’Andrea. Ci chiediamo pertanto come possa essere questo centro diverso da un deposito di esseri umani o, nel peggiore dei casi, da un luogo che per il suo posizionamento mina la sicurezza degli stessi migranti nonché di chi percorre quelle strade con mezzi a motore. Vogliamo porre all’attenzione della cittadinanza, di qualunque schieramento politico faccia parte, una situazione ben oltre i limiti della sicurezza. Chiediamo al sindaco Casto di schierarsi apertamente e comunicarci se sia favorevole o meno a tale scelta. Nel secondo caso scenda al fianco dei dimostranti e si attivi contattando il Prefetto pretendendo di accedere agli atti che hanno causato la situazione odierna. Noi resteremo in presidio pacifico con lo scopo di manifestare la nostra ferma contrarietà rispetto alle scelte calate da Roma sulla nostra città”.