Comitato contro il Consorzio di Lavinio. Sempre più dissenzienti

Riceviamo e pubblichiamo

20160806_104123C’è  una grande  folla alla manifestazione del 6 agosto che il Comitato dei Dissenzienti ha  organizzato nella  sala grande del multi cinema di Lavinio.  Tanti cittadini arrabbiati per un’altra delle sventure del nostro territorio: il vituperatissimo Consorzio di  Lavinio: quell’ente che troppa gente non vorrebbe ma che continua ad imperversare,  forte (si fa per dire) di nomine e deleghe  derivanti da un’assemblea generale a cui hanno votato meno dell’uno per cento dei consorziati.  Tanti cittadini, molti i “romani”, che non intendono pagare una rata per un ente  che ritengono illegale oltre che inutile. All’ingresso banchetti accolgono i convenuti per dare informazioni, registrare  nuove adesioni e ricevere  offerte di supporto per un’associazione che ha già speso oltre 33.000 Euro di parcelle agli avvocati per portare avanti, su più fronti, una battaglia dagli esiti molto problematici.

“Una battaglia non contro un Consorzio ma una battaglia di civiltà giuridica”, così ha definito l’azione del Comitato il suo coordinatore ed unico relatore dell’assemblea: l’ing Andrea Saviano. La relazione di Saviano è stato lunga ed esaustiva  anche se non era molto dissimile da quella dell’anno scorso in quanto, sul piano delle cose reali, progressi  significativi per l’abbattimento del Consorzio di Lavinio non sono stati rilevati.  Insieme ad alcune inesattezze e qualche forzatura dialettica è stata ancora messa a nudo la realtà di un ente privato che utilizza, ai fini intimidatori, lo strumento di esazione di Equitalia che, come ribadito da Saviano, non ha nessuna efficacia  in quanto, tra l’altro,  richiede il pagamento di un tributo, N. 0810, del tutto inesistente e giustifica la richiesta di contribuzione,  facendo riferimento ad una sentenza  del  Consiglio di Stato avversa   a quella del TAR Lazio (n  1652 del 1997),  che non si riferisce al Consorzio di Lavinio ma al  Consorzio Lido dei Pini-Lupetta. La sentenza che definisce il Consorzio di Lavinio come nel tutto privato è la n 1963 che non è stata mai modificata e non è più modificabile dal Consiglio di Stato.  Forte l’invito ad espandere la platea del dissenso  da parte di Saviano; forte e possibile se si considera il fatto che a fronte di un numero stimato di 3000  consorziati che non pagano la rata consortile  solo 500 aderiscono al Comitato dei Dissenzienti mentre  ben 167 hanno denunciato per truffa il Consorzio (sic!) e solo 43 sono soci sostenitori.

Poi le domande e i suggerimenti dei convenuti: alcune banali come quella di “chiamare Striscia la Notizia” ed un invito  molto significativo e cioè quello di attaccare il Consorzio sul piano fiscale attraverso un ricorso alla Commissione Tributaria. Il suggerimento è stato accolto con un certo entusiasmo anche perché la persona che lo ha proposto è un esperto fiscalista disposto a svilupparne i contenuti personalmente.  Leggi, avvocati, TAR, Consiglio di Stato, Commissione Tributaria;  i cittadini di Lavinio stanno destinando risorse e tempo per una diatriba che potrebbe meglio essere risolta attraverso il confronto magari con gli auspici di un’Amministrazione   Comunale che, invece,  finanzia un organismo privato attraverso una convenzione,  sulla  cui liceità l’Ing Saviano ha invitato il nuovo Segretario Comunale di Anzio ad indagare.  Restano tanti dubbi ed una certezza. I dubbi sono relativi agli strumenti posti in atto dal Comitato per debellare il Consorzio a difesa di coloro che non contribuiscono a sostenerlo;  mentre viene a mala pena menzionata la sua inutilità sostanziale e le opportunità  che da questa potrebbero  scaturire. La certezza è che il Consorzio di Lavinio, questo Consorzio di Lavinio, non ha più ragione di esistere ed  impone la sua presenza a tanti cittadini che non lo vogliono.
Sergio Franchi