Rapporto Mafie nel Lazio. La criminalità organizzata di matrice locale nel Lazio

Pubblichiamo per stralci le parti riguardanti il territorio di Anzio e Nettuno citate nel Rapporto Mafie nel Lazio 2016, a cura dell’Osservatorio Tecnico-Scientifico per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio (4° parte)

1480330291290.jpg--mafie_nel_lazioLa criminalità organizzata di matrice locale nel Lazio.

“Il traffico di droga che attraversa la Capitale, la provincia e il resto della regione, è una delle cause all’origine degli scontri fra i diversi sodalizi criminali che gestiscono segmenti di questo mercato illegale. La criminalità organizzata di origine locale ha mostrato, negli anni, un costante interesse per il mercato del traffico di sostanze stupefacenti. Diversi procedimenti hanno evidenziato questa operatività di gruppi criminali dediti all’import-export di droga, che seguono le rotte del narcotraffico in sinergia con esponenti di spicco della malavita di Anzio, Nettuno, Aprilia, Marino e – come già ampiamente documentato – Roma. Fra gli altri, citiamo i procedimenti che hanno portato alla sentenza “Tridente” , alla sentenza “Appia Connection” e infine alla sentenza “Santafede”. Numerose inchieste delle forze dell’ordine, condotte fra il 2007 e il 2008 hanno portato alla luce la vasta rete di narcotrafficanti a vocazione internazionale che fra Anzio e Nettuno e il sud del Lazio operano in affari con i boss sudamericani della droga. Il 10 maggio 2007, 14 persone sono state arrestate con l’accusa di traffico di stupefacenti, gli investigatori sono riusciti ad accertare un commercio di cocaina e marijuana importata dal Perù attraverso il Cile. Pochi anni dopo l’inchiesta “Drug e wood”, ha rivelato un traffico di centinaia di chili di cocaina per milioni di euro, con spedizioni in container navali dalla società “Italtek de Colombia” a Medellin, con base terminale gestita dalla criminalità organizzata di Lazio, Campania, Sicilia, Calabria e Puglia. Un commercio che aveva sede operativa nella ditta di Ivano Zintu, terminale laziale del gruppo criminale, dove lavoravano trafficanti colombiani legati a Pablo Escobar e i già citati cartelli di Medellin, oggi suddivisi in quartier generale nel sud della Colombia. Altre tre le operazioni in cui sono state coinvolte consorterie criminali autoctone negli ultimi anni. L’inchiesta condotta dall’allora sostituto procuratore Diana De Martino a carico di un gruppo di narcotrafficanti di Anzio, Nettuno e sudamericani che avrebbe importato un carico di cocaina di 300 kg in Italia, arrivata a sentenza il 20 dicembre del 2008, con la condanna fra gli altri, di Fabrizio Bartolomei di Anzio, a 14 anni di reclusione per essere stato a capo dell’associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di droga e Romano Malagisi alla pena di anni 6 per traffico di stupefacenti. Ancora, l’inchiesta Coco della magistratura spagnola che nel febbraio del 2012 ha portato all’arresto di Massimo Ludovisi, considerato uno dei maggiori trafficanti dell’isola di Tenerife, caposaldo del narcotraffico internazionale di stupefacenti. Le indagini e numerosi successivi sequestri di droga hanno consentito di individuare tutti i componenti del sodalizio criminale e di incidere sull’ingente patrimonio della famiglia Ludovisi radicata fra Nettuno e Tenerife, e accumulato grazie al traffico di droga. Infine, l’inchiesta Paquetes ha ulteriormente sottolineato la centralità delle criminalità autoctone dell’area di Anzio – Nettuno in questi traffici di droga che attraversano la regione e il Paese. Coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma, nel luglio del 2013, questa indagine ha colpito quattro distinte organizzazioni criminali, una delle quali guidata dal pregiudicato di Nettuno, Franco Lasi. Il Gip, nel disporre i provvedimenti cautelari ha sottolineato: «[…] la pregnanza e stabilità dei legami criminali tra l’associazione criminale capeggiata da Lasi Franco e il clan campano capeggiato dal Miele Gaetano (circostanza di rilievo ai fini della prova dell’ipotesi associativa), ma soprattutto delle capacità di Lasi nel saper diversificare, muovendosi in contesti criminali e territoriali distanti e diversi, le proprie attività delinquenziali ». Nell’inchiesta sono emersi rapporti dello stesso Lasi con esponenti della criminalità organizzata campana, siciliana, calabrese, albanese, spagnola e stabili rapporti con organizzazioni di narcotrafficanti attive in Colombia e Venezuela. Un traffico di droga, quello che si muove sul territorio, che ha ripercussioni su tutto il sistema sociale e economico. Emblematiche, in questa direzione, le implicazioni del provvedimento per traffico di droga che ha interessato il pregiudicato Franco D’Agapiti. Il Gip, Gilberto Muscolo, scrive nell’ordinanza di custodia cautelare: «numerose intercettazioni telefoniche che lasciavano trasparire chiaramente come il D’Agapiti, proprio per la forza intimidatrice che gli deriva dal suo spessore criminale […] riusciva a condizionare l’attività politico – amministrativa del comune di Nettuno». Infine, le consorterie criminali autoctone nell’area presa in esame sono dedite, in via residuale, all’usura e alle estorsioni. Secondo il Rapporto sull’andamento dei reati redatto dall’Osservatorio per la Sicurezza e Legalità della Regione Lazio, nel 2012 risultano zero denunce per tutti gli anni dal 2006 al 2012. In controtendenza con i dati riferiti da diverse fonti giudiziarie, delle forze dell’ordine e della stampa, secondo cui invece risultano denunce e arresti per i delitti di usura dal 2007 al 2010″.

continua….

 

Il dossier è un contributo che il nostro giornale vuole dare alla comprensione del fenomeno criminale nella nostra Regione e alla giusta battaglia per la legalità. Una lotta condotta ogni giorno da Magistratura e forze dell’ordine, associazioni antimafia, ma anche da tanti giornalisti coraggiosi. (Claudio. P.)

leggi la prima parte http://www.inliberuscita.it/primapagina/80778/rapporto-mafie-nel-lazio-anzio-e-nettuno-1-parte/

leggi la seconda parte http://www.inliberuscita.it/primapagina/80780/rapporto-mafie-nel-lazio-anzio-e-nettuno-uno-scenario-criminale-complesso-2/

leggi la terza parte http://www.inliberuscita.it/primapagina/80783/repporto-mafie-nel-lazio/