Pubblichiamo per stralci le parti riguardanti il territorio a sud della capitale citate nel Rapporto Mafie nel Lazio 2016, a cura dell’Osservatorio Tecnico-Scientifico per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio. 6° parte
La città di Ardea. La relazione della Commissione parlamentare antimafia del 1972 poneva l’attenzione sulla presenza ad Ardea, dagli anni Cinquanta, del boss mafioso Frank Coppola e il reticolo di rapporti con diversi esponenti della pubblica amministrazione. Nel testo si legge: «Coppola, intanto, fin dal 14 febbraio 1952, si era trasferito da Partinico a Pomezia, in provincia di Roma, dove in seguito ha sempre mantenuto la propria residenza. In questi venti anni, egli ha accumulato una vera e propria fortuna. Tra l’altro, ha acquistato a Tor S. Lorenzo di Ardea un fondo dell’estensione di circa cinquanta ettari, che ha in buona parte adibito a vigneto, e sul quale ha costruito una villa, una casa colonica, vari magazzini, una stalla. A Pomezia poi ha comprato un’area edificabile e ottenuto la licenza per la costruzione di numerosi fabbricati. Sempre nello stesso periodo, ha acquistato due orti irrigui a Partinico, dove anche la moglie e la figlia sono diventate proprietarie di numerosi immobili, rustici e urbani egli ebbe frequenti e intensi rapporti da una parte con alcuni amministratori e funzionari dei Comuni di Pomezia e di Ardea, appunto per ottenere favorevoli interventi in ordine a suoi interessi patrimoniali e dall’altra corrispondenti dell’Amministrazione provinciale per quanto si riferisce all’esecuzione di opere pubbliche sui terreni di sua proprietà; ed è significative che l’Autorità giudiziaria di Roma abbia iniziato un procedimento penale per interesse privato in atti d’ufficio, riguardo ai favoritismi che hanno permesso a Coppola di arricchirsi e di accrescere le sue proprietà». La stessa Commissione nel 1991 conferma l’operatività di Ardea di associazioni di tipo mafioso e scrive: «preoccupanti aggregazioni di malavita locale ed elementi della camorra e della mafia si sviluppano nei comuni di Anzio, Nettuno, Tor San Lorenzo e Aprilia. Operano tuttora, in tali località, le strutture criminali costituite molti anni fa da Francesco Paolo Coppola». Il 22 febbraio 2006, infine, il prefetto di Roma, Achille Serra, nomina una Commissione d’Accesso in seno al consiglio comunale di Ardea, al fine di verificare eventuali condizionamenti dell’ente da parte della criminalità organizzata. La Commissione conclude la sua attività, evidenziando «una grande vulnerabilità dell’amministrazione locale nei settori di maggiore rilievo e la presenza sul territorio di soggetti contigui alla criminalità organizzata, ma non accertando il condizionamento dell’ente locale da parte di tali elementi ». In questo contesto, molteplici indagini della procura distrettuale di Roma e Reggio Calabria hanno evidenziato, negli anni, l’inserimento sul territorio di Ardea di esponenti della ‘ndrangheta, ascrivibili ai clan Gallico, Gallace, Alvaro e Molè. Diversi sono stati i provvedimenti cautelari e le misure di prevenzione patrimoniale che hanno colpito soggetti attivi ad Ardea. Di particolare interesse risulta quanto emerso nell’ambito delle indagini per il duplice omicidio di Cecchina, frazione di Albano. Come si legge nella sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Roma: «Intorno alle 22.25 del 29.5.2011 presso l’abitazione di Marco Paglia, via Colle Nasone 150. Vi è una sparatoria, all’esito della quale Paglia e Paglioni Paolo risultano gravemente feriti, mentre Giorgi Fabio e il marocchino Baridi Rabii perdono la vita»; questo delitto è infatti stato eseguito da soggetti operanti in Ardea e contigui ad ambienti della criminalità mafiosa catanese. In relazione alla presenza di esponenti della criminalità organizzata calabrese si segnala, ancora, quanto emerso nei provvedimenti di prevenzione personale a carico di Antonio Frisina e Marcello Fondacaro soggetti, rispettivamente, riconducibili al clan Gallico di Palmi e al clan Molè di Gioia Tauro. Inoltre: «E’ stato accertato con costanti e specifici servizi come la permanenza abituale del Gallace Bruno nelle località del litorale pontino (territorio compreso tra Anzio-Nettuno ed Ardea) che, per effetto della presenza massiva e ramificata di numerose famiglie appartenenti al medesimo “locale” costituito da diverse ‘ndrine, garantisca una sorta d’immunità e tranquillità “ambientale” per la gestione degli affari illeciti».
continua….
Il dossier è un contributo che il nostro giornale vuole dare alla comprensione del fenomeno criminale nella nostra Regione e alla giusta battaglia per la legalità. Una lotta condotta ogni giorno da Magistratura e forze dell’ordine, associazioni antimafia, ma anche da tanti giornalisti coraggiosi. cp
(il dossier avrà cadenza settimanale)
leggi la prima parte http://www.inliberuscita.it/primapagina/80778/rapporto-mafie-nel-lazio-anzio-e-nettuno-1-parte/
leggi la seconda parte http://www.inliberuscita.it/primapagina/80780/rapporto-mafie-nel-lazio-anzio-e-nettuno-uno-scenario-criminale-complesso-2/
leggi la terza parte http://www.inliberuscita.it/primapagina/80783/repporto-mafie-nel-lazio/
leggi la quarta parte http://www.inliberuscita.it/primapagina/80789/rapporto-mafie-nel-lazio-la-criminalita-organizzata-di-matrice-locale-nel-lazio/
leggi la quinta parte http://www.inliberuscita.it/primapagina/81836/rapporto-mafie-nel-lazio-la-citta-di-aprilia-e-i-comuni-limitrofi/