Mafie nel Lazio, il “caso Ostia”: l’alleanza tra i Fasciani e gli Spada

Rapporto Mafie nel Lazio 2016, tratto dai dati dell’Osservatorio Tecnico-Scientifico per la Sicurezza e la Legalità

Il “caso Ostia”, l’alleanza con gli Spada 4° parte

mafie-maxresdefaultL’azione dei Fasciani, negli anni, si snoda e rafforza anche in interazione con un altro gruppo criminale operante sul territorio ostiense e nella Capitale. Si tratta della famiglia Spada, consorteria di origine nomade, oggi radicata ad Ostia, imparentata con il
gruppo Casamonica con il quale mantiene stretti rapporti criminali. La crescita del gruppo Spada in Ostia e la sua significativa disponibilità nel commettere reati cosiddetti “di manovalanza” hanno spinto Carmine Fasciani – secondo quanto emerso nei processi – ad “inglobare” la famiglia nella sua organizzazione criminale. Le principali operazioni che hanno colpito il clan Spada hanno portato, in sede giudiziaria, principalmente a due processi, che attualmente risultano pendenti innanzi al tribunale della Capitale e che vedono imputati alcuni membri del gruppo Spada. Si tratta, nello specifico, del procedimento contro Emiliano Belletti e Carmine Spada (detto “Romoletto”) che nasce a seguito della denuncia di un commerciante di Ostia, vittima di un’estorsione da parte degli Spada, commessa con l’esercizio del metodo mafioso (art. 7 Dl 152/91)223. Il processo ha visto alcune criticità in corso di dibattimento, fra le altre l’impossibilità di nominare traduttori del linguaggio Sinti, lingua utilizzata dagli Spada in alcuni colloqui intercettati. Tutto ciò, a causa della carica intimidatoria degli appartenenti al sodalizio criminale. Il secondo processo contro appartenenti al gruppo vede imputati Armando Spada, Aldo Papalini (ex direttore dell’ufficio tecnico del X municipio), Cosimo Appeso (sottufficiale della marina militare) e Ferdinando Colloca (fratello dell’ex consigliere municipale di Casapound) per concorso in concussione aggravata dal metodo mafioso. Risultano, inoltre, pendenti altri procedimenti contro Spada Ottavio
(nipote del già citato Carmine) per estorsione aggravata. Infine, lo stesso è imputato per il tentato omicidio di Marco Esposito soggetto vicino alla famiglia Triassi. no-mafia-fotoAl ferimento dell’Esposito ha assistito anche la giornalista del quotidiano “La Repubblica”, Federica Angeli, che ha reso testimonianza al locale gruppo dei carabinieri, all’interno di un generale clima di omertà e di silenzio, da parte di altri concittadini, come racconterà la cronista alle forze dell’ordine.
Nel corso degli anni – come si legge nelle sentenze – «è cresciuta l’inquietante e delinquenziale presenza del clan Spada sul litorale romano » lambendo anche settori dell’amministrazione pubblica. Il procedimento penale a carico di Armando Spada ha dimostrato la capacità d’infiltrazione della famiglia Spada anche in alcuni settori della macchina amministrativa. Una penetrazione criminale illustrata nel
provvedimento cautelare emesso a carico di Aldo Papalini ed altri indagati (già dirigente dell’Ufficio Tecnico e dell’Unità organizzativa
Ambiente e Litorale del Municipio di Ostia) per reati contro la pubblica amministrazione, aggravati dal metodo mafioso. Nel documento si legge: «la concussione operata da Papalini unitamente ai suoi correi (Armando Spada in primis) si connota chiaramente per l’utilizzo del metodo mafioso, ricorrendone la “forza d’intimidazione” intesa come capacità di incutere paura in virtù del riferimento ad una stabile e non occasionale  organizzazione criminale predisposta ad esercitare la coazione in modo non occasionale». La corte di Cassazione, nel respingere i ricorsi dei difensori di Armando Spada confermando la custodia cautelare anche nei confronti di Papalini, così si esprime: «il Tribunale ha preso in considerazione il tono intimidatorio dallo stesso assunto – allorché si presentò, con altre persone, in occasione del tentativo posto in essere dal Papalini per ottenere la consegna dello stabilimento – nei confronti del Tosti, il quale era perfettamente a conoscenza della caratura criminale della sua famiglia. La frase rivolta al Tosti, valutata nel contesto in cui era stata pronunciata, è stata dal Tribunale interpretata come un’esplicita minaccia, come peraltro intesa dalla persona offesa che collegò l’intervento dello Spada al fatto che dal giorno dopo lo stabilimento fu letteralmente presidiato da persone della famiglia Spada ogni giorno venivano parecchi di loro anche con le loro mogli, pagavano regolarmente il biglietto e si comportavano come se lo stabilimento fosse già loro, facendo a voce alta progetti o intromettendosi direttamente sull’attività di gestione in essere»…….

continua..

 

leggi la 1° parte http://www.inliberuscita.it/primapagina/85705/mafie-nel-lazio-il-caso-ostia-i-fasciani-e-gli-spada/

leggi la 2° parte http://www.inliberuscita.it/primapagina/86090/mafie-nel-lazio-il-caso-ostia-i-fasciani-e-gli-spada-2/

leggi la 3° parte http://www.inliberuscita.it/primapagina/86424/mafie-nel-lazio-il-caso-ostia-i-fasciani-e-gli-spada-3/

Il dossier è un contributo che il nostro giornale vuole dare alla comprensione del fenomeno criminale nella nostra Regione e alla giusta battaglia per la legalità. Una lotta condotta ogni giorno da Magistratura e forze dell’ordine, associazioni antimafia, cittadini comuni, ma anche da tanti giornalisti coraggiosi.  (c.p.)