di Menuccia Nardi
Oggi operazione nostalgia. Non posso far finta che non si avvicini anche quest’anno la data di inizio degli esami di maturità, e non posso non ricordare. Quest’anno gli scritti inizieranno il prossimo 21 giugno e immagino già tanti studenti alle prese con riassunti, schemi, finto ripasso di cose mai lette durante l’anno (tranquilli, lo sappiamo tutti, ma non lo diremo a nessuno!).
E immagino le riunioni insieme per studiare, le serate con caffè e spuntini tra una versione di Tacito e una formula di fisica. Le immagino e le ricordo. Nel mio caso è passato tanto tempo: è stato tanto tempo fa, ma ricordo ancora… ricordo ancora tutto (e non so dire quanto mi faccia piacere o quanto mi faccia male, ma questa è un’altra storia). Ce ne sono stati altri di esami in seguito, ma nessuno mai paragonabile all’esame di maturità, nessuno mi è mai sembrato più difficile: forse è l’età che ti fa vivere questo momento così intensamente o forse è il peso che il nostro tempo dà a quest’esame che induce un po’ di ansia da prestazione. Domani nessuno ti chiederà mai il voto dell’interrogazione di Italiano del 15 febbraio, ma nel tuo percorso, scolastico e lavorativo, probabilmente molti vorranno sapere il voto dell’esame di maturità. È una sorta di spartiacque, indica un passaggio, che sia realmente quello alla maturità non saprei dirlo e onestamente credo di no: a 19 anni si è già parecchio grandi, abbastanza per comprendere una formula e saper fare una traduzione brillante, e abbastanza anche per comprendere la differenza tra il bene e il male, ma non si è ancora davvero maturi. Lo dice una che era convinta di esserlo e oggi, col senno di poi, posso dire con certezza che non lo ero affatto. Ma forse è giusto che sia così. È giusto vivere ogni momento rispettando la propria età anagrafica.
E mi rivolgo ai maturandi. Vivete questo momento con intensità, e cercate – nei limiti del possibile – di trarne e conservarne un bel ricordo. Vi accompagnerà sempre.
Vi accompagnerà in quest’estate, che sarà l’ultima lunga estate di vacanza della vostra vita – lo studio o il lavoro che verranno dopo non vi consentiranno mai più una pausa così lunga.
Vi accompagnerà anche in seguito, quando la vita vi metterà nuovamente alla prova – lo farà, siatene certi, e non solo sui libri.
Fate tesoro di quest’esperienza, qualunque sia l’esito, perché potrebbe insegnarvi una buona parte di ciò che non è stato chiaro negli ultimi anni di scuole superiori. Diceva Oscar Wilde: «L’esperienza è il tipo di insegnante più difficile. Prima ti fa l’esame, poi ti spiega la lezione».