Una media di 36.000 accessi l’anno, e in giornate di fuoco si arriva anche a 180 accessi giornalieri, soprattutto in estate. Sono i numeri con i quali hanno a che fare medici e infermieri del pronto soccorso del Riuniti di Anzio e Nettuno, il Ps della Asl Roma H che lavora di più, considerando quello di Frascati, Albano e Velletri. Un problema, quello del sovraffollamento all’interno del presidio di Anzio. Il problema per eccellenza, in verità, che spesso espone alle critiche il personale che combatte, quotidianamente, con una mole di lavoro e con le criticità di un ospedale sottodimensionato rispetto all’utenza. Si vedono e imparano molte cose, da un viaggio all’interno del pronto soccorso. Ci sono ambienti puliti, stanze da poco rinnovate, attenzione per i bambini e le famiglie in difficoltà, per gli anziani abbandonati dalle famiglie.
“Le foto che sono state riportate nella recente denuncia del consigliere Cristoforo Tontini – spiegano dal Ps – risalgono a maggio. E’ vero, abbiamo lavorato con grandi difficoltà in quei giorni, a causa dei lavori che hanno portato a realizzare nuove stanze per la degenza”. C’è quella riservata alle vittime di violenza di genere e stalking, dove la privacy è d’obbligo, che ospita donne che devono essere seguite con percorsi particolari. C’è una stanza – il Riuniti è tra i pochi a disporne – dove viene riposta per qualche ora la salma prima che venga trasportata in camera mortuaria, riservata ai familiari del defunto. Disegni e pareti colorate accolgono invece i bambini, assieme ai propri genitori, in attesa di finire un iter diagnostico e essere ricoverati in altre strutture. E’ l’ambiente più accogliente del Pronto Soccorso, assieme al box pediatrico, entrambi a pochi passi dalla sala visite, l’ “inferno”, dove vengono gestite le emergenze e dove i nervi devono essere saldi. Nei lavori effettuati di recente, come spiegano dal Ps, è stata anche allargata la sala d’attesa radiologica.
“Facciamo grandi sforzi per assistere tutti i pazienti che quotidianamente si rivolgono a noi. Capita che l’utente si lamenti perché al triage per qualche minuto non ci sia nessuno, senza sapere che magari in quel momento si stanno gestendo i codici rossi e le emergenze. Non è vero che manca il personale, che lasciamo i pazienti per giorni nei corridoi. Gli utenti sono tantissimi, noi non mandiamo via nessuno. Se non ci sono i posti letto, li trasferiamo in altre strutture. Va anche detto che c’è una buona parte di utenti che si rivolge a noi per patologie che possono essere benissimo seguite dal medico di famiglia. Neanche in quel caso, comunque, rifiutiamo le cure. Facciamo il massimo. Di recente la regione Lazio si è complimentata con noi per come abbiamo gestito la vicenda della zanzara Chikungunya. Il nostro pronto soccorso purtroppo rappresenta la prima battuta per tutti. Se si calcola che abbiamo gli stessi accessi dell’ospedale pediatrico di Genzano, è facile rendersi conto del sovraffollamento. Nessuno nega che ci sono delle criticità, ma è giusto che i cittadini sappiano come lavoriamo”. Si fa presto a parlare di malasanità, ma ci sono storie e situazioni da affrontare. Ci sono anziani “dimenticati” dai familiari. In quei casi è l’ospedale che deve trovare una soluzione, trovare un posto letto in strutture di degenza per un vecchietto che non sa da chi essere assistito. Ci sono pratiche che non spettano al personale del Ps e che tuttavia finiscono a carico dell’ospedale. Anche questo è il Riuniti…
Roberta Sciamanna