Prima riflessione del nuovo anno, tra un augurio e un piccolo rammarico

di Menuccia Nardi

anthony_hopkins-tuscan_sun_festival-fileminimizerNel primo articolo della rubrica in questo nuovo anno ne approfitto per dedicare un pensiero e fare gli auguri ad una persona in particolare, non solo di buon anno ma di buon compleanno: si tratta di un attore notissimo e di bravura oltre la media, che ha chiuso il 2017 proprio festeggiando i suoi ottant’anni. Il 31 dicembre scorso, infatti, (parliamo di soli due giorni fa, perché mi sembra già così lontano?) ha soffiato su ottanta candeline l’attore Anthony Hopkins: sì, proprio lui, il premio Oscar Anthony Hopkins, l’interprete indimenticabile di Hannibal Lecter ne Il silenzio degli Innocenti, il maggiordomo di Quel che resta del giorno, il Bill Parrish di Vi presento Joe Black – e qui fu memorabile il suo monologo sull’amore : “Lo so che ti sembra smielato, ma l’amore è passione, ossessione, qualcuno senza cui non vivi […]” – , il don Diego de la Vega ne La Maschera di Zorro, e più di recente Odino, il padre di Thor, nella saga e che lo ha reso noto anche ai giovanissimi (lo conosce e riconosce anche mio figlio!).

Che dire? Ne stimo le capacità artistiche da così tanto tempo che non potevo non rendergli omaggio, anche perché parliamo di un attore camaleontico e inconfondibile, elegante e di carattere e l’occasione del suo ottantesimo compleanno mi è sembrata una bella immagine da condividere nel ricordo dell’anno appena concluso.

Che immagini ci aspettano invece ora nell’anno nuovo? Personalmente ho tante speranze e poche certezze, una in particolare, purtroppo: questo sarà il primo mondiale di calcio che vedrò senza i nostri giocatori sul campo. Ho già confessato in passato di non essere una grande sportiva, ma ho sempre seguito con passione la nostra nazionale ai mondiali e ammetto di essere profondamente dispiaciuta per la nostra mancata qualificazione. Mi si dirà che nel nostro amatissimo Paese (perché io continuo ad amarlo, nonostante tutte le difficoltà) abbiamo problemi più seri a cui pensare e concordo in pieno, ma è anche vero che lo sport può essere – consapevolmente o meno – anche lo scenario del riscatto sociale, il luogo della mente e del cuore su cui sfogare una passione, su cui far convertire anche il senso di appartenenza di una nazione. Pazienza! Ci servirà di lezione per migliorare in futuro… e al futuro guardo comunque con fiducia. Buon inizio d’anno!

dal blog https://inostriocchisulmondo.wordpress.com/