Lazio, non finiscono le polemiche sulla nuova legge regionale sul gioco pubblico

Non hanno intenzione di fermarsi le polemiche dopo l’entrata in vigore della nuova legge regionale in materia di gioco pubblico, entrata in vigore lo scorso 13 gennaio. Ad alzare la voce, negli ultimi giorni, è stata la Federamusement – ConfEsercenti, che seguendo l’esempio di altre associazioni di categorie e di altre rappresentanze del mondo del gambling ha chiesto un incontro urgente alla Regione e in particolare alle direzioni regionali in materia di sviluppo economico e di inclusione sociale.

Alla base dell’informativa citata vi è un equivoco di fondo: l’equiparazione degli apparecchi da divertimento senza vincita in denaro con quelli da intrattenimento (New Slot/Vlt)spiega in una lettera Alessandro Lama, il presidente di Confesercenti – rende inapplicabili e inique alcune misure e disposizioni regionali, soprattutto alla luce della nuova regolamentazione in materia di apparecchi senza vincita in denaro sancita di recente dall’Agenzia accise, dogane e monopoli“. L’obiettivo è quello di evitare la deriva di nuove manifestazioni di dissenso e di instaurare un clima quanto più possibile collaborativo.

Perché al centro della legge regionale sul gioco non c’è solamente il benessere e la tutela dei giocatori, da sempre messa in primo piano anche dalle stesse aziende di gambling, ma anche il rispetto dei lavoratori di un settore già di per sé colpito da crisi e da pregiudizi. Come sottolinea questo articolo di Gaming Insider, che ha analizzato le dichiarazioni di Paolo Andreani, segretario generale della Uiltucs, gli addetti del gioco legale rappresentano una grande fetta dell’economia italiana ma finiscono al centro di luoghi comuni e stereotipi spesso negativi.

Serve una svolta, secondo Paolo Andreani, segretario dell’Unione Italiana Lavoratori Turismo, Commercio e Servizi, con l’obiettivo di arrivare ad una regolamentazione omogenea in tutto il territorio nazionale, con leggi chiare e uniche per evitare confusioni o diffidenze. Perché insieme ai pregiudizi, a colpire i lavoratori sono le disomogeneità del settore.

Il 2023 del gambling deve andare quindi verso due strade, due step di miglioramento. Il primo, per citare ancora le parole di Andreani, deve essere quello contrattuale, con un miglioramento dei salari e dell’organizzazione del lavoro. Il secondo invece riguarda la professionalità, con una nuova importanza data ai corsi di formazione e di qualificazione. Solo così si potrà ridare risalto e valore al gioco legale, interrompendo una curva negativa e discendente e soprattutto interrompendo pregiudizi e differenze regionali. Perché un gioco pubblico in salute vuol dire più sicurezza, e anche più lavoro, per tutti.