Questa settimana potrei dare inizio all’articolo, come faccio di solito, in modo originale, o meglio, in modo pateticamente narrativo che dovrebbe, in teoria, attirare l’attenzione del lettore; in questo caso, però, non credo sia necessario; vi lascio, invece, alll’incipit del libro di cui mi appresto a parlare. Poi, se le parole verranno da sé, mi pronuncerò. Partiamo dunque, cercate di indovinare, osservando lo stile, a quale scrittore mi sto riferendo: “A Windsor, quella sera c’era il banchetto ufficiale, e mentre il presidente francese si affiancava a Sua Maestà la famiglia reale si schierò alle loro spalle, e la processione si avvio lentamente verso la sala Waterloo“. Fin qui avete ancora la possibilità di sbagliare; mi rendo conto che le parole siano davvero troppo poche per arrivare al nocciolo della risposta. Vi regalo un secondo e ultimo contributo iniziale: “Adesso che possiamo parlare a quattrocchi, – disse la Regina sorridendo a destra e a sinistra mentre avanzavano fra gli ospiti sfolgoranti – vorremmo tanto chiederle la sua opinione sullo scrittore Jean Genet“. La marsigliese e l’inno nazionale li costrinsero a interrompersi, ma una volta seduti Sua Maestà riprese da dove era rimasta: “Omosessuale e avanzo di galera. Ma era davvero come l’hanno dipinto? E il suo talento era davvero così straordinario?” Basta così, vi svelo l’arcano, in attesa che il suo nuovo libro esca, vi suggerisco di leggere uno dei lavori meglio riusciti di Alan Bennet, ovvero “La sovrana Lettrice“. La trama è dolce, simpatica, regale: la protagonista di questo romanzo è la Regina Elisabetta II, durante una cena ufficiale con i rappresentanti dello Stato di Francia viene interrotta dal latrare dei suoi cani. Esce dalla residenza e proprio fuori da quest’ultima si trova di fronte ad un pulmino-biblioteca; un piccolissimo centro culturale che, nonostante fosse ben lontano dai suoi soliti spazi, la incuriosisce notevolmente: “La biblioteca circolante del distretto di Westminster, un grande furgone come quelli dei traslochi, era parcheggiata davanti alle cucine. Era un’ala del palazzo che a Sua Maestà non era molto familiare. L’autista, seduto di spalle, stava attaccando un’etichetta sul libro, e sembrava che l’unico frequentatore della biblioteca fosse un ragazzo magrolino dai capelli rossi che leggeva rannicchiato nel passaggio“.
Così la Regina scopre che tutti i mercoledì il furgone è lì parcheggiato e offre la mercanzia a chiunque voglia farne buon uso. La Sovrana, ben lontana dal pensare di cominciare a leggere, con sua immensa sorpresa, si trova a scoprire la sua nuova passione. E così, con l’aiuto del ragazzino dai capelli rossi (Norman) comincia a leggere. “Sarà lui a consigliarla nella scelta dei primi libri e sarà sempre lui a pagare con l’esilio la distrazione causata alla Sovrana dalla lettura” Il rigido regolamento di corte, difatti, unito all’etichetta e a troppi secoli di consuetudini, sembra essere in pericolo. La Regina è cambiata, legge tutto il giorno e non “adempie” più ai suoi doveri “monarchici“. Deve essere fermata. Al più presto. Chi avrà la meglio? Chi vincerà questa dura lotta tra conformismo e “avanguardia“? Beh, non sta di certo a me dirvelo. Di una cosa, però, sono convinto: che non è mai troppo tardi per iniziare nuove cose. In una delle ultime interviste, Bennet ha dichiarato che “Sentirsi socialmente insicuri aiuta. Se ti senti inadeguato sei più consapevole della gente, hai la pelle sottile, ti accorgi degli altri“. E noi ci siamo accorti di lui. Leggete Bennet, poiché davvero i suoi libri sono degni di essere presenti nelle vostre librerie.
La Sovrana Lettrice
Alan Bennet
Adelphi