In poche parole. “Grande Meraviglia” il libro di Viola Ardone

“La libertà è tutto ciò che dobbiamo a noi stessi.”

Avrei voluto inserire più frasi del libro, è uno di quei casi in cui la penna era incollata alle mani pronta per cogliere una riflessione importante, per non lasciarmi sfuggire nessuna sfumatura di questo piccolo gioiellino che Viola Ardone, con Grande Meraviglia, edito da Einaudi, ci ha donato.
Cos’è la grande meraviglia? Credo di averla colta nella tenerezza, nello scambio, nella fiducia e inevitabilmente nella libertà, valori che nello scorrere delle pagine risaltano fuori prepotentemente.
Siamo a Napoli, negli anni ottanta, dentro un manicomio, a cavallo con l’approvazione della legge Basaglia.
Elba è una ragazzina di quindici anni, nata dentro il Fascione, il manicomio, figlia di una donna che forse poi tanto matta non era ed Elba, come sua madre, quella pazzia l’ha respirata a pieni polmoni, tanto da sentirsi matta anche lei. A quei tempi le donne venivano chiuse nei manicomi per i motivi più banali, anche solo per disfarsi di loro, per annullare i matrimoni e permettere agli uomini di rifarsi una vita.
Le donne di cui parla Viola Ardone sono anime in cerca di amore, di ascolto, alle quali è stata portata via la libertà e che con l’arrivo del dottor Fausto Meraviglia, questa libertà si vuole rinfrancare.
Elba sa raccontarci cosa accade dentro al Fascione, è attenta e in ascolto, lei scruta, non molla, ma è bisognosa di amore, cerca Mutti, sua madre la quale le hanno detto essere morta, ma lei sa che non è così.
Elba è tenace, ha capito che per sopravvivere deve aggrapparsi a quella pazzia, sentirla sua e conviverci.
Fausto Mereviglia è un uomo incline al tradimento, un medico che per i suoi pazienti farà di tutto, anche trascurare la sua famiglia, perché forse è dentro al Fascione che lui si sente a casa ed è con Elba che si sentirà davvero padre.
Una storia che ti tiene incollata fino all’ultima parola, sa commuoverti, rapirti e farti riflettere, un libro che serviva, perché la Ardone ha la capacità di una scrittura immersiva, riesce farti vivere le parole che abita e tu per tutto il tempo della lettura sei altrove ed è un altrove bellissimo.