Come si fa ad accettare che il proprio figlio, appena nato, venga ricoverato in terapia intensiva per un grave problema neurologico?
Eppure Michele Greco, con In buone mani, edito da Scalpendi, riesce a raccontarci la sua storia, con speranza, con un pizzico di ironia e tanto, tanto amore.
Mattia è nato da pochi giorni, tornato a casa si perde in un pianto a dirotto, nulla riesce a calmarlo, si pensa a una brutta colica, ma l’istinto materno e paterno, sa che qualcosa di più importante si nasconde dietro quel feroce lamento.
Iniziano così mesi e mesi di degenza, di operazioni, la conoscenza di una forza che un minuscolo essere umano possiede e che una famiglia intera può solo ricevere e provare a imitare.
Poi c’è Giovanni, il primogenito, che mostra una maturità e una comprensione disarmante, riesce a concedersi solo la possibilità di tornare a dormire nel lettone con papà, mentre la mamma dorme in ospedale con Mattia.
Nel frattempo Michele, mentre osserva la vita che con tenacia lotta per resistere e continuare ad esistere, si scontra con la vecchiaia e la malattia di suo padre che però vive in Sicilia e nonostante il dolore, Michele sa che in questo momento la sua priorità è il piccolo Mattia.
Un libro che racconta la delicatezza, l’amore e la potenza, sono pagine non facili emotivamente ma danno la possibilità al lettore di riempirsi l’anima di un vissuto tanto doloroso quanto assolato, perché Michele in quei pochi chili, sarà capace di vincere la sua battaglia e solleticarci il cuore.