“Il negazionismo, prima prima di essere un impianto storico, è un impianto psicologico”.
Valentina Mira, con “Dalla stessa parte mi troverai”, edito da SEM, è chiara e profonda.
È il 1 Maggio del 1987 quando Mario Scrocca viene trovato morto nella cella anti-impiccagione del carcere di Regina Coeli, reo di aver preso parte il 7 Gennaio del 1978 alla strage di Via Acca Larentia nel quartiere Appio Latino, in cui persero la vita due neo fascisti, davanti la sede del MSI.
Valentina Mira ci porta dentro la Storia, dentro un romanzo che va ben oltre quanto i saggi e i documentari ci narrano, lei ci racconta come la famiglia di Mario Scrocca sia sopravvissuta a questa perdita.
Il filo rosso che viene imbrigliato sin dalla prima pagina è la solitudine, perché Rossella Scarponi, la vedova di Scrocca, viene abbandonata insieme al figlioletto di appena due anni, Tiziano, da chi dovrebbe tutelare ogni essere umano: lo Stato che porta il nome di Giustizia.
È un libro che parla anche di sorellanza, di quella sororalità che non si impara studiando, ma condividendo ed empatizzando, ed è quello che è accaduto a Rossella e Valentina, protagonista e scrittrice di questo libro. Un incontro magico il loro, un incontro che parafrasando la Mira, è stato come un iniezione di anticorpi, un incontro salvifico.
Non è facile raccontare una storia archiviata, provare a tracciarne i contorni rimasti inesplorati, non è facile quando ti trovi davanti a muri granitici e ricercare certe verità risulta faticoso e ingombrante perché nel 2024 parlare di anti fascismo è ancora un tabù.
Mario e Rossella, la loro vita, il loro grande amore, la ricerca spasmodica di eliminare scalini sociali, Mario, l’uomo dei marciapiedi, quello che lottava con i “compagni” per costruire i marciapiedi nel suo quartiere, perché è dalla piccole cose che bisogna partire.
Infine c’è Valentina Mira che con coraggio ci dona una storia nella storia, la sua, vittima di un fascista che ha abusato di lei e che per quanto il tempo provi a cancellarne le tracce, sia per lei che per Rossella ci sarà sempre “il posto più freddo del mondo” a ricordargli una rinascita.