“Cos’è scrivere bene?
Trovare le parole giuste per dare un senso a ciò che mentre vivi viene giù a vanvera.”
Starnone ci regala un libro sulla malinconia, sul tempo che passa, sul senso dell’invecchiare, che non rende saggi, come dice Nicola il protagonista, ma probabilmente capaci di godere il tempo che rimane.
Nicola ha poco tempo, scrive, osserva, seduto in spiaggia, conosce nuove persone, giovani, meno giovani ma capaci di trasferire a quel tempo rimasto un significato, che non sia assoluto ma capace ancora di rivelarsi nuovo.
“I luoghi comuni servono a vivere tranquilli. Però anche a restare stupidi”.
Credo sia un po’ questa l’essenza di queste pagine, la ricerca del luogo comune per non avere imprevisti pruriginosi e al contempo la piena coscienza che senza luoghi comuni l’essere umano è intriso di curiosità che poi a pensarci bene è l’acceleratore della nostra esistenza.
Nicola è curioso, ma anche vecchio, le cose riescono a convivere benissimo là dove non si ha più paura di morire ma si vive sospinti da un kayak tra le onde del mare.