In poche parole, “Demon Copperhead” il libro di Barbara Kingsolver

“Ricordo che mi è sempre piaciuto di più osservare le cose che parlarne”.

L’amore e il parallelismo per Dickens è il filo rosso di tutto Demon Copperhead di
Barbara Kingsolver per
Neri Pozza, intuibile già nell’esergo:”È inutile ricordare il passato, a meno che non possa influire in qualche modo sul presente”.(David Copperfield di Dickens)

Prima di parlare di dolore, io parlerei del coraggio, perché Demon Copperhead ha dimostrato di averne per tutto il libro e la prima cosa che balza agli occhi è l’incip:”Prima di tutto sono nato”, come a dimostrazione di una potenza emotiva sin dal primo vagito.

Demon viene da una storia drammatica, abbandonato, orfano, amori sbagliati, droghe, vive in un’America che tanti autori hanno saputo raccontarci nel modo più buio possibile, penso a Philph Rott, penso a Bret Easton Ellis e a Barbara Kingsolver che con una scrittura chirurgica opera sulle menti dei lettori facendoci chiaramente capire che l’America per quanto possiamo sognarla è una realtà difficile da vivere, tanto da trasformarsi in un incubo.

Se da un lato soffriamo e ci commuoviamo con Damon, dall’altro siamo costretti a tirare fuori il meglio di noi, come ha fatto lui, che non si piega alla disperazione ma protende sempre verso l’amore di cui si nutre, di cui ha bisogno.

E poi d’un tratto:”Non essere mai meschino in nulla, non essere mai falso, non essere mai crudele. Io potrò sempre sperare in te.” Sempre tratto da Dickens.