In poche parole: “La luce delle stelle morte” il libro di Massimo Recalcati

“La scomparsa di chi abbiamo amato è innanzitutto la scomparsa di un luogo familiare.”

L’ultimo libro del 2024 mi è stato donato da una cara amica, La luce delle stelle morte di Massimo Recalcati
(Feltrinelli).
Un dono arrivato in un momento molto delicato della mia vita, in cui ho dovuto fare i conti con la perdita, l’addio e repentinità della vita.
Il sottotitolo del libro è: Saggio su lutto e nostalgia, e sono le due facce della stessa medaglia.
Non esiste lutto senza nostalgia, che arriva dopo un lungo tempo di metabolizzazione o come lo chiama Freud, di “lavoro sul lutto”.
La cosa interessante è che per lutto non si intende solo la morte fisica di una persona cara, ma tutto ciò che crea una distanza emotiva e fisica tra i due soggetti.
Può essere una separazione, dire addio alla casa dove abbiamo sempre vissuto, lasciare un lavoro dopo tanto tempo, insomma il distacco da qualcosa che abbiamo sempre pensato come familiare e che ora non lo è più o nel caso del lutto fisico, si è trasformato in altro.

Recalcati ci disegna con estrema precisione tutto quello che accade dentro di noi davanti alla perdita. Dall’accettazione alla maniacale frenesia del fare, il vuoto che ci raggiunge in modo inesorabile e il lavoro che possiamo fare per affrontare il momento con più lucidità.

Nomina Ulisse e Godot, racconta la nostalgia di chi spera nel ritorno e chi sa che non tornerà, l’importanza della sepoltura fisica e simbolica, come fu per l’Antigone di Sofocle e di come attraverso la nostalgia possiamo sperimentare la presenza nell’assenza, come con le stelle cadenti.

Si può cadere preda della disperazione ma la realtà è che assimilando il soggetto mancante, questo può rivivere in noi, con gesti, frasi, modi di fare, per sentirne ancora la vita tra l’oblio della morte.