“Ci portiamo addosso cicatrici, col passare del tempo i nostri corpi diventano esempi di kintugi, frammenti saldati e non sempre con l’oro. I corpi sono testi che tengono traccia del passato, le cicatrici sono soggettività. Siamo noi.”
Potrebbe bastare questo stralcio per raccontare il saggio di Lingiardi ”Corpo, umano” per Einaudi, ma sminuirebbe un intenso e meraviglioso viaggio che lo psichiatra, psicoanalista, fa per raccontarci l’importanza di questo involucro che contiene tutta la nostra storia.
Diviso in tre capitoli, si passa dal “corpo ritrovato”, ossia quando sperimentiamo la prima percezione del nostro corpo, al “corpo dettagliato”, una fotografia minuziosa di tutti i nostri organi e conclude con il “corpo ritrovato” e quindi l’importanza anche in psicoterapia di ascoltare questo nostro corpo.
Non è un saggio medico, tutt’altro!
È si la narrazione di quanto ci portiamo addosso, è anche la narrazione psicologica di quanto sia importante ascoltare e osservare i segnali che il corpo di invia, dunque imparare a stare nel corpo, ma è soprattutto una meravigliosa danza artistica in cui Lingiardi con precisione e amore dedica al corpo.
Si muove tra citazioni letterarie e pittoriche, filmiche e musicali, è a tutti gli effetti l’osservazione di come medicina e arte possano andare di pari passo.
C’è un passaggio fondamentale in queste righe, l’importanza del medico di accogliere il paziente prima come umano e poi come diagnosi.
Lingiardi è uno scintillio, è una delizia per occhi, mente e cuore