PORTO: BENE LA SENTENZA SULLE QUOTE, ORA RIDISCUTERE IL PROGETTO
La sentenza che ha determinato il passaggio di tutte le quote della Capo d’Anzio spa al Comune è senza dubbio una buona notizia. Non solo perché pone fine a una storia molto complicata, ma anche perché finalmente toglie di mezzo ogni alibi per quanto riguarda la discussione sul futuro del Porto, quindi di tutta la Città.
La causa dell’assurda situazione che solo i tribunali hanno potuto risolvere va infatti cercata, oltre che nelle azioni delle varie amministrazioni comunali, anche nel progetto del “nuovo” (si fa per dire, visto che è stato concepito più di vent’anni fa) Porto di Anzio. Come ripetiamo da anni, si tratta di un progetto faraonico e inadatto alle caratteristiche della Città e comunque sovradimensionato rispetto al contesto attuale, cosa riconosciuta in più occasioni anche da esponenti del centrodestra, Sindaco incluso. Era inevitabile che un progetto simile, che richiede soldi che nessuno ha, finisse col rimanere invischiato in intrecci finanziari che non avrebbero portato da nessuna parte.
Quando dicevamo che il vero problema del Porto era questo, da più parti ci veniva risposto che avevamo anche ragione, ma che prima bisognava risolvere la questione societaria. Ora che questa è finalmente risolta, come dicevamo non ci sono più alibi per evitare una discussione su cosa e come va fatto. Puntare ancora alla realizzazione della nuova darsena Sud come se negli ultimi vent’anni non fosse successo niente sarebbe un errore, anche e soprattutto dal punto di vista ambientale.
Il Sindaco ha già annunciato un nuovo bando per i lavori (il terzo in dieci anni) entro l’anno. Questo significa che stiamo ancora inseguendo il miraggio del “megaporto”, che porta con sé il rischio di ritrovarsi in mano un “marina” come a Nettuno. Chiediamo quindi che si ridiscuta una volta per tutte il progetto, perché possa rispondere ad obiettivi molto più concreti: la riqualificazione del bacino esistente, la soluzione del problema dell’insabbiamento, lo sviluppo di una pesca e di un turismo sostenibile e il rilancio della cantieristica, da troppi anni abbandonata a sé stessa.
Gabriele Palomba,
Alternativa per Anzio