Lettera. Strada provinciale Padiglione-Acciarella: due anni e mezzo di disagi per i cittadini

Riflessioni di un italiano
La colpa è sempre di qualcun altro
La strada provinciale 23b, detta Padiglione-Acciarella, è un’arteria che attraversa i comuni di Anzio e Nettuno, quasi tutta in quest’ultimo comune, nella parte periferica degli stessi. A settembre del 2019 la “Città metropolitana” competente per la manutenzione la chiuse perché ritenne necessario svolgere lavori di rifacimento del manto stradale perché a causa delle radici dei pini che in parte la costeggiano esso era diventato pericoloso. Motivi di sicurezza.
Malgrado sia una strada “periferica” essa era molto utilizzata perché collega la “Nettuno-Velletri” con la via Nettunense e attraverso il cavalcavia di Padiglione con la via Ardeatina. Da due anni e mezzo è chiusa anche se a dicembre 2021, dopo oltre due anni, il Dipartimento Mobilità e Viabilità della Città metropolitana annunciò di aver approvato il progetto per rifare i due chilometri e mezzo di strada, 580 mila euro di lavori, e che la procedura che avrebbe utilizzata sarebbe stata quella negoziata, per non ricorrere al bando pubblico. Nel capitolato dei lavori è prevista la manutenzione straordinaria e messa in sicurezza del manto stradale sconnesso, la potatura e l’abbattimento di alberature, la bonifica ambientale, il ripristino dei canali di raccolta delle acque bianche.
Negli oltre due anni e mezzo nel tratto di strada tra il bivio di via dell’Armellino e il punto in cui stati posti dei piloni di cemento per inibire la percorribilità della strada agli autoveicoli è nata una imponente discarica di rifiuti, siamo in territorio di Nettuno, mai oggetto di intervento straordinario di pulizia. Non si starà mica aspettando la “bonifica ambientale” prevista nel capitolato della Città Metropolitana?
Secondo l’ANCI che si è espressa non su questo ma su altri casi analoghi la pulizia delle strade provinciali da rifiuti abbandonati non spetta al comune ma alla Provincia, e nel caso in esame alla Città Metropolitana, quindi il comune di Nettuno, se interrogato, avrebbe ragione di dire “è colpa della provincia”. Ma la riflessione è la seguente: se i rifiuti si fossero trovati in un terreno privato sarebbe stato intimato a questi di rimuoverli e in caso di inadempienza sarebbe intervenuto l’Ente addebitando al privato il costo oltre alla multa. E’ mai possibile, invece, che tra Enti ciò non si possa fare?

E intanto quel tratto di strada è una vergogna per lo stato in cui versa. E siamo all’esterno del tratto interdetto. Ovviamente oltre alla discarica, quando la periferia è ridotta così, il luogo è meta di altri testimoni del degrado, questa volta umani, che nell’abbandono trovano l’habitat ideale. Mentre gli abitanti le case che si trovano su quella strada, e ce ne sono, sono costretti a vivere con questo enorme disagio: ma la colpa è sempre di qualcun altro.
Prima o poi la Città Metropolitana i lavori li farà, c’è un impegno economico nel piano triennale 2021-2023; c’è un progetto esecutivo approvato e ci sarà qualche ditta che si aggiudicherà l’appalto. Ma i disagi che da oltre due anni e mezzo hanno i cittadini, questo menefreghismo verso le persone è giustificabile?
Sarà pure colpa delle attribuzioni di competenze sicuramente da rivedere perché non è ammissibile che una strada locale che attraversa due comuni, una traversa, sia indicata come provinciale mentre altre strade analoghe – ed anche più lunghe e larghe – sono di competenza dei rispettivi comuni creando disparità di godimento da parte dei cittadini, ma in ogni caso non si può lasciare per due anni e mezzo le persone con una discarica sotto casa e non fare nulla. Questa è assenza di governo del territorio e nel caso specifico è uno schiaffo all’ambiente.
Michele Russo