Serve l’Europa unita, un esercito e una difesa comune, non l’aumento delle spese militari nazionali

Di Marco Furfaro

Se c’è una cosa che questa atroce guerra ha dimostrato, e di cui parliamo poco, è la debolezza politica dell’Europa e la totale inutilità dei nazionalismi.

Per anni abbiamo sentito le farneticazioni di Salvini, Meloni, Le Pen sulla necessità di tornare alle piccole patrie (mentre ammiccavano e costruivano relazioni ambigue e pericolose con Putin, tra l’altro), per poi oggi vederli invocare l’Europa nelle trattative.

E se la debolezza europea non fosse anche per loro grande responsabilità, nonché di un mondo progressista e di una sinistra troppo timida sul processo di costruzione europeo, avrebbero pure ragione.

Perché serve e servirebbe l’Europa, oggi più che mai.

L’Europa come un’entità politica e non solo commerciale, riferimento di tutti coloro che nel mondo ambiscono a vivere in Stati liberi e democratici.

Siamo in un mondo in cui una bomba sganciata in Ucraina uccide civili, donne, bambini. Ma fa tremare di paura anche chi vive lontano da quei luoghi, persino chi abita dalla parte opposta del pianeta Terra non è esente dal pericolo.

Il rischio di una guerra atomica è dietro l’angolo, purtroppo. E figuriamoci se i singoli Stati nazionali europei possono avere voce in capitolo dinanzi a potenze come Stati Uniti, Cina, India o pensare di convincere la stessa Russia a cessare il fuoco.

L’unica speranza di futuro che abbiamo – cosa di cui si parla troppo poco in tv, oramai impegnati a dividerci sulla pelle degli ucraini sotto le bombe come tifosi che decidono se spostare carri armati, far arrendere popoli o come si convince Putin a smettere di bombardare – si chiama Europa.

Europa come federazione di Stati che delegano politica fiscale, economica ed estera a una voce sola, comune, in modo che conti sullo scacchiere mondiale e faccia sentire il peso della democrazia che tanto abbiamo cara.

Il resto è solo chiacchericcio inutile per politici che vogliono mantenere le proprie rendite, ma nessuna influenza sulle relazioni geopolitiche e i destini del mondo.

Per questo è inutile correre al riarmo o aumentare le spese militari dei singoli Paesi, anche in funzione di deterrenza o di rapporti di forza.

Per questo è il momento di non farsi prendere nuovamente dagli isterismi nazionali ma semmai di rilanciare sulla costruzione dell’Europa politica e di una difesa comune. Su un unico esercito europeo.

Non per metterci l’elmetto o mostrare i muscoli o peggio ancora per prepararsi alla guerra, ma per dire al mondo che l’Europa oggi ha un suo esercito. Perché è – finalmente – politicamente e solidalmente unita. Che è unita per la pace e per la democrazia. Che ci siamo per missioni di pace, aiuti ed emergenze. Che siamo una forza mondiale quando serve che intervenga la diplomazia con l’autorevolezza di chi vive in libertà e democrazia. Con una voce e un corpo solo.

Serve l’Europa unita, un esercito e una difesa comune, non l’aumento delle spese militari nazionali.