Al Sindaco del Comune di Anzio
Egregio Sindaco,
la città di Anzio è soggetta a diverse emergenze che investono pesantemente vari ambiti della sua vita amministrativa, tra queste sicuramente spiccano per gravità le contestazioni del Ministero dell’Economia e Finanze, relative a numerose irregolarità amministrative e contabili, ed i chiarimenti attesi per il coinvolgimento in un’indagine per gravi reati, del Sindaco, del Presidente
del Consiglio Comunale e di altri esponenti politici legati alla città. Queste due vicende, di cui ovviamente non disconosciamo l’importanza e che necessariamente avranno il loro spazio di approfondimento, rischiano tuttavia di porre in secondo piano un’ulteriore emergenza che, se non gestita adeguatamente e tempestivamente, rischia di pregiudicare in modo definitivo il futuro della città: ci riferiamo alla condizione paradossale di caos ed indeterminatezza in cui versa la gestione del progetto di rilancio del porto di Anzio. Vogliamo quindi segnalarLe che il poco dibattito svoltosi su questo tema e le scarse notizie disponibili, hanno comunque fatto emergere serie preoccupazioni in merito ad alcuni aspetti cruciali della vicenda che devono essere necessariamente approfonditi con urgenza:
come temevamo e denunciavamo da anni, la presenza di una piccola quota privata di azioni della Capo d’Anzio è deflagrata arrivando a ricomprendere il 41% delle azioni, facendo persino dimenticare la forma originaria pensata per quella società che si voleva partecipata dal Comune di Anzio e dagli stessi cittadini attraverso l’azionariato diffuso. Ora invece il rischio di privatizzazione dell’intera operazione sta diventando palpabile e deve essere arginato poiché il Porto di Anzio ha caratteristiche di unicità che non possono essere, a nessun prezzo, sacrificate cedendo il passo all’interesse privato;
uno dei requisiti del progetto del porto certamente venuti meno è la sua sostenibilità finanziaria, ciononostante non si riesce ad avere un quadro puntuale ed esaustivo della situazione economica e finanziaria della Capo d’Anzio. Il bilancio di questa società partecipata non viene mai accluso a quello del comune, molti dei dati necessari a
comprendere la reale condizione finanziaria della società sono sempre di difficile acquisizione mentre quelli disponibili destano solo allarme per la condizione di grave deficit che emerge;
l’inattuabilità del progetto sembra stia innescando l’ipotesi di sue modifiche sostanziali. La modifica del progetto, anche del suo solo cronoprogramma, avrebbe ricadute determinanti sulla città e non può essere quindi sottratta ad un attento esame del Consiglio Comunale. La variante di un’opera complessa come il porto, specie nel nostro caso, non può ammettere alcuna approssimazione. Riteniamo da sempre che la soluzione di tutta la vicenda passi proprio attraverso un aggiornamento del progetto, ma proprio per questo vogliamo che ogni innovazione sia attentamente vagliata per pervenire a soluzioni che siano se possibile unanimemente condivise ma in ogni caso almeno equilibrate e realmente praticabili;
dei sessanta mesi a disposizione per il completamento del porto ne sono trascorsi circa trenta senza che alcun atto concreto sia stato ultimato. La gara per l’aggiudicazione dell’appalto è fallita, siamo lontani dall’inizio dei lavori ed ancora di più dalla possibilità di vederli ultimati. Le condizioni di validità della concessione demaniale, che peraltro comporta costi non indifferenti, sono quindi chiaramente compromesse ed occorre al riguardo comprendere quali credibili iniziative si devono mettere in campo affinché gli anni spesi ed i costi sostenuti non si rivelino completamente inutili.
Quelli illustrati sono solo alcuni degli argomenti meritevoli di urgenti attenzioni; li sottolineiamo perché le azioni in atto al riguardo possono davvero compromettere definitivamente la possibilità di un recupero del porto di Anzio. Le nostre preoccupazioni sono aggravate dall’assoluta assenza di informazioni e dati certi che consentano giudizi e scelte equilibrate. Lo stentato e sporadico dibattito su questi temi è sempretardivo, inquinato da pregiudizi di tipo politico e per lo più basato su notizie stampa ed indiscrezioni. Denunciamo da anni come l’assenza di un compiuto e serio approfondimento di questi problemi nelle sedi istituzionali sia una delle cause principali dei fallimenti accumulati ed ora più che mai riteniamo necessarie, da parte dell’amministrazione, azioni forti di discontinuità rispetto a questa prassi. Gli eventi stanno dimostrando sia come la nostra posizione, da sempre critica rispetto ai contenuti dell’operazione porto, fosse oltremodo fondata, sia quanto sarebbe stato utile alla città accogliere quella posizione come un serio contributo nell’ambito di un sano dibattito democratico. Nonostante il rammarico per le troppe occasioni di corretto confronto mancate, non vogliamo rinunciare allo spirito propositivo con cui abbiamo sempre sostenuto le nostre opinioni e torniamo quindi a proporre, come facciamo dal lontano 2008, di istituire una Commissione Speciale Porto, un’iniziativa che riteniamo a questo punto irrinunciabile. Tutte le criticità evidenziate devono essere necessariamente affrontate, con piena trasparenza, in un luogo e con uno strumento che abbiano i crismi dell’istituzione pubblica, in modo da arginare qualsiasi velleità di tipo privatistico e creare i presupposti per portare il Porto di Anzio fuori dal pantano incomprensibile in cui è arenato da anni. Una commissione speciale, con funzioni di garanzia rispetto a tutte le procedure relative al progetto di rilancio del porto, avrebbe indubbi vantaggi tra i quali l’acquisizione completa ed esaustiva di tutti i dati e le informazioni per comprendere pienamente i problemi in essere e per avviare un confronto serrato ma trasparente sul merito, anche tecnico, di quei problemi. Più ancora, però, ci preme la restituzione al Consiglio Comunale del ruolo che gli compete. Su un tema così vitale per la città il Consiglio Comunale non può essere costretto a pronunciarsi in modo
sommario e scomposto su notizie frammentarie e sporadiche; al contrario vorremmo che fosse chiamato a decidere con autorevolezza sulla base di resoconti ufficiali e possibili atti risolutivi che la Commissione Speciale Porto potrà fornirgli. Considerate le difficoltà che pone il risanamento ormai improcrastinabile del nostro porto
confidiamo che Lei sappia interpretare questa nostra proposta come un serio e fattivo contributo per sottrarre tutti noi alla sterile polemica ed avviare un produttivo confronto nelle giuste sedi.
In attesa del Suo riscontro Le porgiamo i nostri cordiali saluti.
I consiglieri comunali del PD
Ivano Bernardone
Maria Teresa Lo Fazio
Andrea Mingiacchi