Il litorale romano ha da sempre sfornato grandi talenti. Bruno Conti e Daniele De Rossi sono l’esempio. Ecco chi imitare e come ripartire.
Il cuore del calcio regionale è, senza dubbio, la capitale, dove Roma e Lazio la fanno da padrona. Ma c’è anche un’altra area geografica dove la passione e i progetti pulsano, una grande realtà, spesso snobbata, che sforna talenti ed ha una grande storia. È quella del litorale romano, una striscia di sabbia bagnata dal Mediterraneo fatta di grandi squadre e di tanti giocatori.
Il presente parla di Ostia Mare, di Nettuno, di Fiumicino Calcio, di Anzio. E proprio il settore giovanile di quest’ultima squadra ha siglato, di recente, un accordo molto importante con l’AS Roma Academy. La partnership, voluta fortemente da Mario Guida, responsabile del settore giovanile, e Augusto De Luca, direttore generale dell’Anzio, ha portato dal 2018 i giovani calciatori della squadra nel circuito giallorosso. La collaborazione consente anche ad allenatori ed istruttori dell’Anzio di migliorarsi e di aggiornarsi, entrando in contatto con le metodologie di lavoro targate AS Roma. Gli osservatori di Trigoria, inoltre, monitoreranno i giovani della Scuola calcio, per individuare i possibili futuri campioni.
Da Anzio, infatti, sono usciti tantissimi talenti. Il più famoso di tutti, ovviamente, il Campione d’Italia e del Mondo Bruno Conti, nativo di Nettuno ma cresciuto all’Anzio, dopo un breve periodo da giocatore di baseball. Sempre di Nettuno il figlio Daniele, bandiere del Cagliari (con cui ha collezionato quasi 500 presenze) e bestia nera della Roma, contro cui timbrava sempre il cartellino in ogni sfida. Un rapporto, quello tra il litorale romano e il grande calcio, che inizia già dagli anni 30, quando Antonio Schiavoni, difensore nato ancora a Nettuno, arrivò a giocare per Cagliari, Alessandria e Tevere Roma. Il prodotto forse più brillante del mare romano è quello che viene da Ostia e risponde al nome di Daniele De Rossi. Bandiera e capitano della Roma, una vita con i colori giallorossi addosso, campione del Mondo nel 2006. Per celebrarlo, nella sua città, gli hanno anche dedicato un murales, con tanto di scritta “Vanto di Ostia. Simbolo di Roma.”
E quello dei giallorossi è infatti uno dei vivai più floridi, con una rosa sempre giovane. 27 anni e 7 mesi la sua età media, contro i 24 e 3 mesi della Fiorentina, la più giovane rosa di tutta la Serie A. Quella viola è stata una gestione studiata, che punta sui giovani da lanciare come Salah, Cuadrado, Vecino, Alonso, Bernardeschi e domani, chissà, anche Chiesa, Milenkovic e Lafont. Se in Italia il fiore all’occhiello è toscano, le altre virtuose in giro per l’Europa sono Mainz, Real Sociedad, Lille e Southampton. Il modello, neanche a dirlo, è l’Olanda, con il Groningen che ha un’età media di 22.6 anni e con l’Ajax dei giovani pazzi che si è fermata ad un passo dalla finale di Champions League.
Come a voler dire che anche con gli under21 si può vincere e far bene. E allora occorre investire di nuovo sui vivai e sulle scuole calcio. Anche nel Lazio, anche sul litorale romano. Per trovare già oggi i campioni di domani.