“Dopo tre giorni dallo scoppio dell’incendio alla Loas di Aprilia, nessun provvedimento è stato preso dai comuni di Anzio e Nettuno, nonostante le sollecitazioni di una parte dell’opposizione. Eppure i valori delle sostanze tossiche sono mostruosamente fuori norma e tutte le mattine i cittadini di Anzio e Nettuno si svegliano tra odori insopportabili e bruciori alla gola. Neanche le indagini aperte dalla Procura svegliano dal torpore le amministrazioni locali, che paiono in questo modo non voler turbare il prosieguo della stagione turistica. Del resto cosa vorremmo aspettarci da chi da sempre ha condiviso le politiche ambientali fatte di privatizzazioni, profitti privati, impianti abnormi ecc.? Da chi ha sempre privilegiato gli affari nonostante le proteste dei cittadini (si vedano i casi turbogas e biogas), salvo poi promuovere una immagine olografica delle due città, che non esiste più se non nelle cartoline di un secolo fa?
La vicenda della Loas di Aprilia dimostra che il profitto dei privati sui rifiuti genera disastri. Per tutelare la salute delle persone bisogna tornare alla gestione pubblica del ciclo dei rifiuti (così come quello dell’acqua) per non parlare della completa ripubblicizzazione delle ferrovie, delle autostrade, delle banche, della sanità e dei settori strategici dell’economia con una nuova Iri. Bisogna pensare un ciclo europeo dei rifiuti realizzato con impianti di piccole dimensioni, col ruolo centrale del settore pubblico, ancora non previsto dal Piano rifiuti del Lazio recentemente approvato.
Maledette privatizzazioni e chi le ha volute (la destra, i padroni, le mafie e il centrosinistra). Poi il problema ovviamente sono i campi rom, i migranti e altre armi di distrazione di massa. Intanto ci avveleniamo, e qualcuno fa soldi a palate”.
Umberto Spallotta
Segretario di Rifondazione comunista di Anzio