riceviamo e pubblichiamo

Salve, vi scrivo per segnalare la situazione che ho trovato al pronto soccorso di Anzio la scorsa settimana. Prima di tutto segnalo che per mettere 3 punti ho dovuto fare 6 ore di attesa. Secondo, nessun protocollo Covid è stato rispettato prima di entrare. Terzo, la sala era impregnata di un odore di escrementi perché c’era al suo interno un senzatetto, senza mascherina, che si alzava a chiedere sigarette e urinava nella sala. Sono un cittadino che paga regolarmente le tasse e come tutti non merito questo trattamento. In 6 ore ne ho viste di tutti i colori. Al momento del mio accesso al pronto soccorso per mettere dei punti ad un piede, trovo un ragazzo di 30 anni, di nazionalità indiana, che stava male e poteva stare solo sdraiato avendo dolori forti al braccio e alla schiena. Dopo la mia accettazione vengo mandato fuori e dopo circa 30 minuti mandano fuori anche lui. Non poteva stare seduto ed ansimava, faceva fatica con le lacrime agli occhi ma aveva un grande rispetto per il personale ospedaliero che gli diceva “dentro non ci puoi stare e te ne devi stare seduto lì”. Lui rispondeva “non riesco a stare né in piedi, né seduto aiutatemi” . Alla fine si sdraia per terra ed io non ci ho visto più perché nella stanza accanto in bella vista c’erano una poltrona ed una panchina. Ho pensato, se fosse accaduto a mia madre o mia padre o mio fratello? Non lo ho trovato giusto ed ho protestato ma un’operatrie mi ha risposto che non erano affari mieri. Io ho ribattuto che era una cosa inaccettabile e che nemmeno le bestie venivano trattate in questo modo. Anche altri pazienti si sono lamentati del fatto che gli sarebbe bastato prendere quella poltrona per aiutare il ragazzo. A quel punto l’operatrice dell’accettazione è tornata con la guardia di sicurezza ed io ho alzato ancora più i toni perché quella situazione era inaccettabile. Gli ho detto che li avrei denunciati e che la guardia avrebbe dovuto intimare al senzatetto di indossare la mascherina anziché preoccuparsi di un povero ragazzo sdraiato a terra. Quelle due panchine in quel momento non le stava utilizzando nessuno. Alla fine sono riuscito a convincerli a farlo stendere lì sopra ma mi hanno mi hanno fatto restare in pronto soccorso 6 ore, quando un ragazzo con un taglio alla mano entrato poco prima di me è stato dimesso 3 ore prima! Il ragazzo indiano poi si è addormentato, letteralmente crollato e al suo risveglio mi ha ringraziato più volte. Anche i suoi amici, quando lo sono venuto a prendere, mi hanno più volte ringraziato ma io non sento di aver fatto nulla di speciale. Possibile che anche in un comune così piccolo siamo diventati così insensibili? Il ragazzo indiano ha dimostrato una civiltà nel protestare che noi italiani ci sogniamo.

In più mi è stato detto che la mia attesa era dovuta al fatto che non avevano i ferri.
E parliamo delle condizioni interne del pronto soccorso, con anziani assembrati e cattivo odore, e ho visto un’infermiera senza mascherina. Alla mia domanda sul perché non la indossasse l’infermiera in questione raccontava che era la terza volta che faceva il tampone. E’ intervenuto a questo punto Il dottore che mi ha risposto “ogni ospedale sceglie le sue misure sul Covid quindi Anzio ha le sue”. Io rispondo “ad Aprilia a tutti coloro che entrano in sala d’aspetto viene presa la temperatura e fanno una dichiarazione. Ad Anzio nulla”. Nelle mie sei ore di attesa ho assistito anche alla calca che si crea quando i parenti si affacciano al desk del pronto soccorso per avere informazioni sui propri parenti. Nessuno mantiene la distanza.
È una vergogna che i dottori dicano “siamo mandati al massacro” e che mancavano i ferri per mettermi 3 punti.
È una vergogna che un barbone urini in pronto soccorso quando c’è il bagno, chiede sigarette, non indossa mascherina, mette le mani sulle macchine automatiche per prendersi il caffè senza igienizzarsi. Perché gli addetti ai lavori non allontanano chi non rispetta le regole e se la prende invece con i più deboli? Denuncerò tutto questo alle autorità competenti.

M. C.