Il prefetto di Roma Matteo Piantedosi ha consegnato stamattina, a palazzo Valentini, le medaglie d’onore ai cittadini italiani internati e deportati nei lager nazisti. A ricevere l’importante riconoscimento anche Carlo Conte, ex sindaco di Nettuno, per suo padre Enrico Conte. Nato nel 1915 e morto all’età di 88 anni, nel 2003, dopo aver vissuto sulla sua pelle il peggior orrore a cui abbia assistito l’umanità. Enrico Conte, come racconta suo figlio Carlo – fu internato in un lager di Amburgo, lo Stalag 16, un campo per gli internati militari, dopo essere stato deportato da Creta nel 1943. Fu tra i 600.000 cittadini internati che si rifiutò di tornare in Italia per combattere per la repubblica sociale italiana di Mussolini.
“Mio padre tornò a casa nel giugno del 1945, era pelle e ossa, aveva perso 25 chili nel lager, vivendo cose difficili da spiegare – racconta Carlo Conte – I tedeschi si accanirono particolarmente con lui e con chi si rifiutava di onorare la Rsi, ritenendoli dei traditori. Per loro solo lavoro coatto, umiliazioni e bucce di patate per alimentarsi. Stessa sorte subirono il papà di Vasco Rossi e di Guccini. Lo Stato si è ricordato di questi cittadini che ebbero il coraggio di partecipare alla resistenza, ed oggi ci consegna una medaglia alla memoria. Mio padre non parlò quasi mai di quell’esperienza terribile e devastante, impossibile da cancellare. A parlarcene era più che altro mia madre, che ci raccontava di quando papà si era ripresentato in paese denutrito e sopravvissuto per miracolo, dopo essere fuggito dal campo ed essersi ammalato di pleurite”.