Lo sciopero dopo che il governo non ha rinnovato il taglio delle accise
Nessun dietro-front del governo sui carburanti e da martedì sera scatta lo sciopero di 48 ore dei benzinai. Che avevano invocato la premier per un ripensamento sul decreto Trasparenza sui prezzi di benzina e gasolio e avrebbero aspettato un segnale positivo fino a un minuto prima della chiusura. Ma Giorgia Meloni, da Algeri, è netta: “Il provvedimento è giusto, non si torna indietro”, chiarendo che “nessuno vuole colpire la categoria”.
Intanto, ci sono stati nuovi rialzi nel fine settimana per i prezzi de carburanti, con la benzina in “fai da te” a 1,84 euro/litro (1,98 sul servito) e il gasolio a 1,89 (2,026).
Martedì alle 19 sulla rete ordinaria e dalle 22 sulle autostrade i distributori, anche self service, saranno chiusi per due giorni. Faib Confesercenti, Fegica e Figisc-Anisa Confcommercio, a poco più di 24 ore dall’inizio della protesta, quasi come ultimo appello, sono tornate a spiegare con una nota che “il Governo, invece di aprire al confronto sui veri problemi del settore, continua a parlare di ‘trasparenza’ e ‘zone d’ombra’ solo per nascondere le proprie responsabilità e inquinare il dibattito, lasciando intendere colpe di speculazioni dei benzinai che non esistono”. Quindi, aggiungono, “ristabilire la verità dei fatti diviene prioritario”. Ma la replica della premier è chiara. La situazione attuale è però quella emersa nei giorni scorsi.