“E poi un giorno ho capito. Ho capito che non si dimentica, ma si impara. E chissà perché si impara con ritardo che non si torna dove ci hanno spezzati.”
Esordio per Roberta Zanzonico con “La bellezza rimasta” edito da una casa editrice piccina ma che è entrata a gamba tesa nel panorama letterario, Morellini editore.
La signora Chiara è affetta da una malattia che non le permette più di avere nuovi ricordi, quindi con lei cammineremo nel passato, e accanto a noi tutti i personaggi che ruotano attorno a lei.
Il gancio per questo tuffo indietro è il signor Morbidelli, papà di un bambino oramai adulto che ha problemi mentali e in un momento di raptus si è cavato un occhio ma la signora Chiara ha i ricordi del passato, non rammenta l’occhio guercio e racconta al signor Morbidelli la bellezza di quel figlio.
Vivere nel passato può fare male soprattutto se ci blocca nel presente, ma ammetto che ogni tanto anche io quando ho giornate storte mi rifugio in un tempo lontano dove sono stata felice.
Non credo sia attaccamento a qualcosa che non esiste più, credo che in quel momento abbiamo il riparo di sapere le cose come sono andate, non temiamo colpi di scena.
Il libro è un elogio ai ricordi ma anche all’affrontare il tempo presente, perché come scritto nel libro, ti permette di vedere le proprie case crollare, ì propri entusiasmi dissiparsi, gli amori svanire. Nel presente c’è la consapevolezza.
La signora Chiara per anni è stata invisibile, anche al marito che si barrica in casa e poi si ammazza annegando in mare. D’un tratto questa donna diventa l’erogatore di felicità.
Un amore sbagliato, imperdonabile, una comunità pettegola e impietosa, un risvolto ricoperto di scoperte e nuove consapevolezze.
Vi risuonano queste parole? Anche voi avete dei rimpianti che bussano dal passato?