Roma. Arrestati imprenditore e dirigente Ater accusati di corruzione e traffico illecito di rifiuti

La polizia di Stato di Latina su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, con la collaborazione della Squadra Mobile di Cosenza, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, nei confronti di due persone (una in carcere ed una agli arresti domiciliari), gravemente indiziate a vario titolo di corruzione per l’esercizio della funzione, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio ed attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti.

 

Il provvedimento cautelare si basa sullo sviluppo delle risultanze d’indagine emerse nell’ambito di un’altra attività riguardante un’associazione per delinquere dedita al traffico illecito di rifiuti, a delitti contro l’ambiente ed alla truffa ai danni dello Stato, coordinata dalla D.D.A. di Roma e condotta dalla Squadra Mobile di Latina, insieme alla 4^ Divisione – Indagini Patrimoniali del Servizio Centrale Operativo ed al Distaccamento di Polizia Stradale di Aprilia.

Gli investigatori hanno accertato l’esistenza di un rapporto di corruttela intercorso tra il 53enne ed un dirigente dell’A.T.E.R. di Roma, destinatario in data odierna della misura cautelare degli arresti domiciliari. In particolare, sono stati raccolti gravi indizi in ordine ad almeno due episodi, in occasione dei quali il dirigente pubblico ha ricevuto, rispettivamente, 8.000 euro in contanti ed il denaro utilizzato per l’acquisto di una motocicletta nuova del valore di 23.251 euro. Tali dazioni hanno costituito il prezzo per l’illegittimo pagamento di un S.A.L. (Stato Avanzamento Lavori) del valore di 233.582 euro a favore della società sottoposta poi a sequestro preventivo, nel dicembre 2021, emesso nell’ambito di un appalto per la fornitura dei servizi di video – ispezione, spurgo fognature e manutenzione degli immobili di proprietà dell’A.T.E.R. di Roma.

Il credito era stato maturato in relazione ad alcuni lavori effettuati da un’altra società, acquisita successivamente alla maturazione del credito da quella sottoposta a sequestro, il tutto grazie all’illegittimo avallo del dirigente A.T.E.R.