“Le hai detto che avvicinarsi troppo agli altri è un rischio.
Può essere, la curiosità è rischiosa.”
Starnone in “Destinazione errata”(Einaudi) torna a parlare di amore, di coppie e di infedeltà. Lo fa con la sua solita scrittura capace di mostrarti anche il colore delle pareti delle case, non perché le descriva ma per assonanza emotiva con i personaggi e la storia.
Destinazione errata racconta la vita del narratore, uomo apparentemente felice con Livia e i suoi tre figlioli e di Claudia, collega sceneggiatrice, sposata con Alberto e mamma di una bimba.
L’espediente è un messaggio che arriva erroneamente a Claudia da parte del suo collega:”Ti amo.” a cui lei risponde immediatamente con:”Finalmente, anche io.”, l’errore che cela il dubbio, la messa in discussione di tutta una vita familiare, una felicità costruita nel tempo, con gli anni, attraverso la fiducia, l’impegno e l’amore.
Ma cosa scatta ad un certo punto? Probabilmente la curiosità di sentirsi desiderati, o di desiderare, senza darsi per scontati, la stessa curiosità che insinua interrogativi, lambisce pensieri erotici e che ti catapulta in una dimensione ondivaga. Cosa è giusto e cosa è sbagliato? La sperimentazione può esistere laddove c’è consenso da entrambe le parti, ma quando subentrano i sentimenti, cosa si fa? Non esistono taciti accordi, esistono le storie strettamente personali di ognuno, perché è nell’altro che spesso ci si rifugia e scavando si trovano pezzi di noi che ci risuonano, magari nell’irrisolutezza, nei nostri “bordelli esistenziali”.
D’altronde, come dice Starnone, opachi lo siamo tutti, è che dovremmo imparare a redimerci e cogliere nel desiderio l’abbandono alla forza del possibile. Tutto accade, tutto può accadere.
Attendo il film!


