Nei giorni scorsi la stampa ha riportato un episodio estivo della Presidente della regione Lazio Renata Polverini. Mentre era in vacanza a Capalbio, accade che la sua scorta litiga con i custodi della ben nota ultima spiaggia. Motivo del litigio: sarebbero voluti in massa arrivare con la macchina fin sulla battigia, laddove vi sono bimbi e bagnanti vari, laddove possono arrivare solo i mezzi di soccorso. Lei, la Presidente, non era nella macchina della scorta, ma la precedeva in una auto di un disabile. La domanda è la seguente: è anche colpa della Polverini il comportamento della sua scorta e della loro protervia? Direi proprio di si. La scorta è fatta di poliziotti che sostanzialmente seguono lo stile sobrio o arrogante della persona scortata. E’ lei, la persona scortata, che deve dare indicazioni su come comportarsi, su dove poter andare e come arrivarci. Supponiamo anche che la Presidente fosse a rischio di attentato e che dovesse essere guardata a vista giorno e notte. Se così fosse stato allora ben poteva evitare di andare alla ben nota ultima spiaggia di Capalbio, facendo bella mostra di sé. Ho incontrato nella mia vita molte persone sotto scorta. Ne cito una per tutte: don Luigi Ciotti. La sua scorta era visibile ma anche invisibile, discreta, corretta, silenziosa, rispettosa del contesto dove si trovava. Gli uomini di quella scorta avevano lo stesso stile e la stessa umanità di don Luigi Ciotti. Quando invece si è arroganti, si usano gli elicotteri per andare alle sagre, si usa il linguaggio non adeguato al ruolo pubblico per parlare con la gente. Allora non ci si deve sorprendere se i poliziotti della scorta si sentano autorizzati ad andare con la loro auto blu sino alla riva del mare. Il potere si sente spesso impunito. Il popolo però non tollera più la sua arroganza.
Capogruppo Sel Regione Lazio