La desertificazione legata ai cambiamenti climatici non interessa soltanto le terre emerse, ma anche le profondità del mare e i suoi abitanti.
Tale mutamento sta già portando a profondi cambiamenti in varie zone del globo con effetti devastanti sugli ecosistemi, interrompendo o alterando gli equilibri ecologici. Ora tutto questo si è verificato in soli 50 anni, a causa dell’uomo. In particolare, si presume che gli effetti negativi determinanti ciò siano la variazione [sg_popup id=”106217″ event=”inherit”][/sg_popup]di soli 2 °C della temperatura media dell’acqua, con conseguenza sul delicato equilibrio dell’ecosistema marino.
I cambiamenti in atto diventeranno presto dello stesso ordine di grandezza di quelli dell’Olocene. Uno studio dei cosiddetti deserti biologici, zone dei mari profondi con una bassissima presenza di vita a causa di correnti e salinità ha scoperto che nel solo 2006 queste aree sono cresciute del 15%. Tale tendenza è presente in tutti gli oceani tranne che in quello Indiano e i cambiamenti climatici sono il principale indiziato per questo fenomeno.
I deserti oceanici rappresentano già il 40% dell’intera superficie terrestre, comprese le terre emerse. In queste zone correnti circolari impediscono alle sostanze nutritive del fondo di mescolarsi agli strati superiori, sicché l’attività biologica è minima o, più spesso, nulla. Il riscaldamento della temperatura dell’acqua peggiora la situazione, accentuando la stratificazione. Il fenomeno è già stato previsto come conseguenza dei cambiamenti del clima. Nessun modello aveva previsto una crescita così veloce e negli ultimi nove anni i deserti si sono espansi dieci volte più velocemente del previsto.