di Raffaele Panico
Era il 21 marzo del 2020 eravamo in pieno lockdown, la situazione epidemica in
Italia era molto allarmante: mi raggiunse una telefonata era di una giornalista
dall’estero. Mi voleva ricordare di Carlo URBANI il medico italiano che per primo
nel 2003 ha identificato un ceppo di coronavirus – la SARS
(Severe Acute Respiratory Syndrome
, Sindrome Respiratoria Acuta Grave).
Trovai su Urbani esser stato lui il
primo medico ad aver identificato la nuova malattia; aveva diagnosticato la sindrome in un uomo d’affari americano che era ricoverato ad Hanoi. Carlo Urbani si trovava da tempo in Indocina e lavorava nel quadro della programmazione per la salute pubblica in Cambogia, nel Laos e nel Vietnam. La sua tempestiva informativa sulla nuova sindrome Sars aveva messo in allarme il sistema di sorveglianza globale definendo quindi i casi circoscritti, al fine di poterli isolare prima che il personale sanitario ospedaliero potesse esserne contagiato. La sua pronta lucidità e la sua esperienza è stata unica nella compagine di medici, assistenti e infermieri. Tanto che ancora oggi si parla di “Protocollo Urbani” in caso di emergenza sanitaria. Il suo sacrificio limitò così il diffondersi del virus Sars – polmonite atipica – che causò oltre
ottomila contagi e 775 morti accertati. Urbani rimase al suo posto di combattimento, in prima fila, tra i malati continuando a seguire caso per caso i degenti. Rimase a sua volta contagiato e dopo un ricovero in isolamento a Bangkok di 19 giorni si spense a sua volta. Perse la sua vita nella dedizione all’impegno nel dare risposta, da medico e da uomo, nel compimento del suo lavoro e del dovere professionale per la sicurezza, la sanità e la salute pubblica. Quando nel 1999 il Nobel per la Pace venne assegnato a
MSF è stato Carlo Urbani che andò a ritirarlo in quanto presidente “MSF Italia”.
Oggi, in suo nome, esiste l’AICU – Associazione italiana Carlo Urbani.
Riconoscimento che oggi ogni italiano e cittadino del Mondo intero dovrebbe
ricordare con dovere della memoria, nel rispetto per la sua intelligenza, la pronta
lungimiranza e la capacità di abnegazione al dovere della professione medica. Venti
anni fa, tanto più oggi, ricordare vuol dire dare significato ai suoi insegnamenti. Era
marchigiano, era nato nel 1956 a Castelplanio ed è scomparso a 46 anni, il 29 marzo 2003, a Bangkok. Gli sono stati conferiti vari riconoscimenti, intitolati vari istituti, scuole, luoghi pubblici, parchi, strade, biblioteche ed ospedali in Italia e nel mondo.
Oltre ad onorificenze in Italia, la Medaglia d’Oro al merito della Sanità Pubblica il 2
aprile 2003 “Alla memoria del dottor Carlo Urbani” e, il 12 maggio 2003, il ministro
della Sanità del Vietnam conferiva alla sua memoria due medaglie, una al medico Carlo Urbani per la “Sanità del Popolo” e l’altra quella titolata all’“Ordine
dell’Amicizia” tra i popoli.
In foto il dott. Carlo Urbani